Caldo e siccità tagliano le produzioni di miele nel Mantovano del 20-25%

Caldo e siccità tagliano le produzioni di miele nel Mantovano del 20-25%

MANTOVA – Un anno per niente dolce per il miele mantovano. Colpa del meteo, come spiega Coldiretti Mantova. La siccità e le alte temperature che hanno ridotto il periodo di fioritura hanno tagliato la produzione, con una contrazione in media del 20-25% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, ma con punte che sono arrivate anche al -60% rispetto al 2021. La mancanza di acqua e le fioriture anticipate e “accelerate” per le ondate di calore hanno costretto in alcuni casi gli apicoltori a intervenire con alimentazioni di soccorso negli alveari già nel mese di agosto. Uno scenario in linea con l’andamento nazionale, che ad oggi ha registrato un calo produttivo medio del 40%, con la prospettiva di fermare la produzione di miele Made in Italy intorno ai 13 milioni di chili, fra le più basse del decennio.

“Il tiglio ha sofferto notevolmente il caldo – spiega Sara Cauzzi, apicoltrice di Volta Mantovana – e la produzione di miele ha subito un taglio di circa il 60%, prevalentemente per l’assenza di precipitazioni e le temperature elevate”.

Le api, informa infatti Coldiretti Mantova, in caso di alte temperature, non abbandonano l’alveare e “ventilano”, muovono cioè le ali senza sosta, per cercare di muovere aria ed abbassare la temperatura.

L’andamento produttivo, chiaramente, ha avuto impatti differenti in base alle diverse aree produttive e ai singoli territori. Alice Perini, imprenditrice agricola e produttrice di miele nell’area fra Villimpenta e Roncoferraro stima un calo del 30% della varietà Millefiori “intorno al 30% rispetto ai volumi raccolti un anno fa”.

Ha scelto l’opportunità del nomadismo, spostando gli alveari da Bagnolo San vito al Basso mantovano per poi spingersi fino al Ferrarese e all’area del Baldo Costantin Gavrila, produttore di Coldiretti. “Rispetto all’apicoltura stanziale siamo avvantaggiati – spiega – tanto che sul Millefiori abbiamo prodotto un 20-30% in più sul 2021, mentre le anomalie del meteo ci hanno fatto perdere la produzione di miele di acacia e hanno tagliato di circa il 50% il tiglio”. Anche il miele di castagno ottenuto nelle arnie collocate in montagna ha risentito del caldo. “La fioritura del castagno si è concentrata in una settimana soltanto anziché un mese, come avviene nelle estati miti”, dice Gavrila.

Stefano Trivini, produttore dell’Alto mantovano che con la scelta alcuni anni fa di spostare gli alveari sulle Isole del Po nei pressi di Ostiglia ha conquistato un Osar Green regionale, lamenta quest’anno l’assenza di melata, ultimo prodotto della stagione. “La chiusura dell’anno apistico è alla fine di novembre – afferma – ma una prima stima mi porta a individuare un calo delle produzioni intorno al 40%, mentre i costi di produzione, con i rincari del carburante che per chi fa nomadismo sono da tenere in considerazione, hanno subito un’accelerazione non indifferente”.

Quello del gasolio – rileva Coldiretti Mantova – non è l’unico incremento dei costi, visto che le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina hanno fatto salire i prezzi dei vasetti di vetro, delle etichette e dei cartoni.

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