Carburanti, Frasson (Figisc): “Il cartello del prezzo medio è inutile”

MANTOVA – “Il cartello con i prezzi medi dei carburanti si sta rivelando inutile”. A dirlo è la presidente di Figisc-Confcommercio Mantova, Franca Frasson, a un anno di distanza dalla emanazione del DL 14 gennaio 2023, n. 5, che ne ha istituito l’obbligo di esposizione, norma diventata esecutiva dal primo agosto 2023, ma ancora oggetto di contenzioso.

Nell’imminenza della discussione di merito da parte del Consiglio di Stato sui ricorsi e sulle sentenze TAR Lazio pendenti – fissata  per l’8 febbraio – la federazione di categoria coglie l’occasione per tracciare un bilancio sugli effetti di tale provvedimento sui prezzi.
“Di primo acchito, sussiste una impressione di scetticismo sulla possibilità che la norma abbia esercitato un qualche effetto sulle dinamiche dei prezzi, scetticismo largamente diffuso nell’opinione comune e supportato, da alcuni elementi intuitivi non particolarmente complessi ma anche dai nostri numeri”.
La Figisc Confcommercio nazionale ha processato tutti i prezzi self di benzina e gasolio di 457 giornate consecutive (01.10.2022-31.12.2023) per un numero di 18.058.394 prezzi, contenuti nei files giornalieri degli Open Data del MIMIT.
La media del prezzo nel periodo 01.10.2022-31.12.2022 è stato di 1,687 €/litro per la benzina e di 1,806 per il gasolio; nel periodo 01.01.2023-31.07.2023 la media del prezzo è stata di 1,850 €/litro per la benzina e di 1,765 per il gasolio, infine, nel periodo 01.08.2023-31.12.2023 i valori della media sono stati, rispettivamente, di 1,891 e 1,840 €/litro. Proprio in quest’ultima fase, corrispondente all’entrata in vigore dell’obbligo di esposizione, si registrano i prezzi più sostenuti.
I fattori del prezzo sono sostanzialmente tre, sottolinea Figisc: l’accisa “Ivata”; il costo del prodotto (identificato nella quotazione Platt’s CIF Mediterraneo di benzina e gasolio) Ivato; il margine industriale lordo Ivato del sistema distributivo.
Il primo è determinato dalle politiche fiscali dello Stato nazionale; il secondo è determinato dal mercato internazionale in funzione della domanda e dell’offerta dei raffinati; il terzo è determinato dalle esigenze di sostenibilità economica del sistema distributivo locale.
“L’incidenza del fattore accisa costituisce un onere fisso incorporato al prezzo non influenzabile dal mercato e dal sistema distributivo – puntualizza Frasson – Nonostante sia stata enunciata la tesi che la norma sull’obbligo di esposizione abbia avuto qualche efficacia per abbassare il livello dei margini industriali, così non è stato”.
Non solo: secondo Figisc, anche dopo l’entrata in vigore della norma sul cartello la quota di prezzi sopra media ha registrato valori superiori sia rispetto al 2022 che alla media dell’intero periodo.
E c’è stata una sua pur lieve crescita dei prezzi eccedenti di oltre 0,150 euro al litro la media giornaliera dei listini,
L’AGCM in merito al provvedimento aveva fatto notare che la “trasparenza” del prezzo medio avrebbe potuto indurre fenomeni di convergenza verso il prezzo medio, con particolare attenzione alla possibilità che i prezzi più bassi tendessero a posizionarsi verso la media con un effetto a sfavore della convenienza per l’utente.
Ma dall’esame non risulta che la normativa abbia incentivato una tendenza alla convergenza dei prezzi tali da costituire un aggravio di costo al consumatore.
In definitiva, conclude la presidente di Figisc Mantova, la norma non ha prodotto effetti negativi ma nemmeno positivi per gli utenti; in compenso, ha caricato di ulteriori oneri e adempimenti burocratici gli operatori di settore.

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