Carburanti, prezzi benzina alle stelle. Flop dei cartelloni

Il caro benzina infiamma l’estate 2023. Il cartello con i prezzi medi dei carburanti non ferma gli aumenti, con la verde in alcuni casi è arrivata a 2,7 euro. Sul caso Assoutenti, ha presentato una segnalazione alla Guardia di Finanza denunciando il listino record praticato dal distributore sull’autostrada A8 Varese-Milano. Ma intanto non si fermano le polemiche, con l’opposizione che attacca il governo.

Secondo il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, grazie alle misure del governo ”in Italia il prezzo industriale di benzina e gasolio, depurato quindi dalle accise, è stabilmente più basso di Germania, Francia e Spagna. Ci siamo riusciti”. ”La misura introdotta dal governo dal primo agosto, l’esposizione sul tabellone che indica ogni distributore il prezzo medio praticato in quel giorno, ha consentito al consumatore in piena consapevolezza di scegliere dove rifornirsi al prezzo più basso”, ha aggiunto.

Ieri il ministero per le Imprese, con una nota, ha affermato che “il prezzo alla pompa è, oggi rispetto alla giornata di ieri, sostanzialmente stabile e maggiore di 0,02-0,04 euro rispetto alla rilevazione di domenica. Si nota quindi un rallentamento del trend degli aumenti, dovuti alla crescita delle quotazioni internazionali, che si erano osservati nell’ultimo mese, a dimostrazione di come sia stata efficace in questi mesi l’azione del monitoraggio del Mimit e, a partire dal mese di agosto, lo strumento dell’esposizione del prezzo medio regionale che consente ai consumatori di scegliere dove rifornirsi, in trasparenza e consapevolezza”.

“Le dichiarazioni del ministro Urso sulla situazione dei prezzi dei carburanti che sarebbe migliore di quella degli altri Paesi europei e sulla presunta ‘piena efficacia’ dei cartelloni con il prezzo medio di benzina e gasolio sono del tutto fuori dalla realtà. La verità è che le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi”, afferma Antonio Misiani, senatore e responsabile economico del Partito democratico. “Al ministro Urso diciamo che il tempo delle chiacchiere e degli annunci è abbondantemente scaduto e che servono atti concreti – prosegue l’esponente dem -. Il governo metta da parte la propaganda e utilizzi l’extra gettito da accise e Iva per rifinanziare il buono per il trasporto pubblico, introdotto dal governo Draghi su proposta dell’allora ministro del lavoro Orlando e ridimensionato dall’attuale governo, che ha ridotto lo stanziamento e ha previsto criteri di accesso più restrittivi. Le risorse destinate a questa misura sono pressoché esaurite e servono nuovi fondi per evitare il blocco dell’erogazione dei buoni. È inoltre opportuno riportare la platea degli aventi diritto al livello previsto inizialmente, innalzando nuovamente la soglia di reddito da 20mila a 35mila euro”. “Investire sul trasporto pubblico è il modo migliore per reagire al caro carburanti”, conclude Misiani.

“Durante la campagna elettorale, la presidente Meloni e la sua coalizione avevano promesso montagne d’oro, tra cui il taglio delle accise sulla benzina. Dopo quasi un anno di governo e una lunga serie di promesse tradite, ci troviamo di fronte a un aumento senza precedenti dei prezzi dei carburanti fossili, che pesa enormemente sulle tasche dei cittadini e delle famiglie italiane. Pane, pasta, frutta, verdura: beni essenziali diventati quasi inaccessibili per molti a causa di questa spirale di rincari. E quale sarebbe la risposta del governo? Elargire bonus per l’autotrasporto di merci e persone, una soluzione superficiale e di breve respiro che non affronta il vero cuore del problema”, dichiara, in una nota, Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.

La Fegica, la federazione dei gestori degli impianti, ha sostenuto che “per il sedicesimo giorno consecutivo, i prezzi medi dei carburanti comunicati dal Mimit hanno subito un aumento. Il cartello dei prezzi medi, imposto ai distributori dal governo, nulla ha potuto, né ha mai avuto alcuna possibilità di farlo, contro gli aumenti dei prezzi dovuti ai valori in ascesa dei mercati internazionali dei prodotti”.

“Al contrario”, prosegue la federazione italiana dei gestori carburanti, “si può cominciare ad intravedere il concretizzarsi di quel pericolo di cui l’Antitrust aveva a più riprese informato il governo: l’esposizione dei prezzi medi non è solo inutile, ma rischia di essere controproducente. C’è quindi bisogno di interventi seri sia in prospettiva, con una riforma strutturale del settore, sia nell’immediato. I prezzi dei carburanti sono ormai al medesimo livello di quando il governo Draghi decise di tagliare le accise. Lo stesso attuale governo ha inserito una clausola ‘taglia accise’ collegata però ad un livello di prezzo troppo alta per essere funzionale nelle presenti condizioni di emergenza”.

“E’ arrivato il momento che il governo abbandoni slogan e giustificazioni poco credibili e prenda seriamente in esame l’ipotesi di mettere le mani sulla tassazione dei carburanti, fosse pure temporaneamente. Contrariamente, assuma la piena responsabilità delle sue decisioni senza provare a scaricare nuovamente la colpa su altri e le spieghi ai cittadini/automobilisti”, conclude Fegica.

 

Sulla questione dei rincari dei carburanti, il Codacons annuncia per i prossimi giorni un esposto, a 104 procure della Repubblica di tutta Italia e ai comandi regionali della Guardia di finanza, per aggiotaggio e speculazioni. “Chiediamo alla magistratura di intervenire sui rincari che si registrano in occasione delle partenze degli italiani, aprendo una indagine tesa a verificare la possibile fattispecie di aggiotaggio”, afferma il presidente, Carlo Rienzi. ”Vogliamo capire quale sia la causa dei repentini aumenti dei listini alla pompa e se vi siano possibili manovre speculative finalizzate ad alzare i prezzi in occasione degli spostamenti dei cittadini”.

“Ai comandi regionali della Guardia di finanza chiediamo di effettuare controlli e sequestri presso gli impianti che vendono la benzina in modalità self oltre i 2 euro al litro, acquisendo le bolle di acquisto e tutta la documentazione utile a capire la definizione dei prezzi”, conclude Rienzi.