MANTOVA – A.Pro.M.E.A., l’associazione che raggruppa 25 RSA mantovane, esprime forte preoccupazione per l’ormai insostenibile carenza di personale infermieristico.
Mara Gazzoni, Presidente di A.Pro.M.E.A., afferma che questo non può più essere un argomento rinviabile a strategie future di incremento formativo e oggi con il periodo estivo ormai alle porte e la necessità di permettere periodi di ferie e riposo ai collaboratori il problema è ancora più evidente.
“Si corre il rischio di avere del personale particolarmente affaticato tenuto conto anche di quanto ad oggi affrontato a seguito dell’emergenza Covid-19”.
“La campagna di assunzioni da parte del servizio pubblico – afferma l’associazione – che tutti da tempo auspicavano, non è stata preceduta da una reale programmazione ed oggi l’esodo di tali figure dal settore socio sanitario lascia completamente scoperta l’assistenza nelle strutture socio sanitarie, che non hanno alcun strumento per intervenire, stante anche la carenza di risorse economiche che non permette di competere con i trattamenti stipendiali garantiti dalle strutture ospedaliere. Giustamente l’infermiere guarda alle prospettive del proprio percorso professionale, alla qualità del contratto e alla sicurezza del posto di lavoro ed è per tali motivi che diventa oggi sempre più fondamentale una corretta programmazione e una attenta lettura del ruolo svolto dalle nostre strutture, che in molti casi sopperiscono al ruolo ospedaliero, governando in maniera adeguata accessi impropri in pronto soccorso e/o in ospedale. Conseguentemente, la carenza di infermieri in RSA si traduce gioco forza in un maggior ricorso alle strutture per acuti. La figura dell’Oss, pur essendo un valido sostegno all’attività infermieristica, non può sostituirsi nelle pratiche tipiche della professione infermieristica e inoltre nel territorio mantovano non è agevole reperire nemmeno questa professionalità. È auspicabile che anche in Lombardia, come già avvenuto in altre regioni italiane, venga posto un freno all’esodo verso le strutture per acuti, quantomeno per tutto il periodo dell’emergenza, garantendo alle RSA la presenza degli infermieri necessari all’assistenza quotidiana. Altrettanto indispensabile sarebbe disporre delle risorse economiche per riconoscere agli infermieri che decidono di restare presso le RSA pari trattamento economico rispetto a quello che avrebbero spostandosi nella struttura ospedaliera pubblica. A.Pro.M.E.A., in attesa che vengano adottati provvedimenti gli auspicati provvedimenti, si sta comunque impegnando per “importare” da paesi esteri una trentina di infermieri, con lo scopo da dare sollievo alle RSA associate, oggi in forte difficoltà”.