Caritas: con il Covid più difficile accedere ai servizi. Schizzano nel mantovano i bisogni alimentari e l’indebitamento delle famiglie

Il Rapporto sulle attività della rete dei Centri di Ascolto della Caritas diocesana

MANTOVA – Il Covid si è fatto sentire anche sulla possibilità delle persone più bisognose di riuscire ad accedere ai servizi di sostegno della rete Caritas.
Nel 2020 sono stati 3462, con un calo del 14% rispetto al 2019, gli interventi attuati nei confronti di persone o famiglie che hanno chiesto aiuto alla Caritas per far fronte alle proprie situazioni di disagio economico.

A spiegarlo sono stati stamani il responsabile dell’Osservatorio e Casa San Simone Davide Boldrini e il direttore della Caritas diocesana Matteo Amati durante un incontro, in cui è intervenuto anche l’assessore al Welfare del Comune di Mantova Andrea Caprini, servito a illustrare il Rapporto sulle attività 2020 della rete dei Centri di Ascolto della Caritas diocesana.

Da questo emerge che sono le donne (52%) in maggioranza a chiedere sostegno. 719 persone o famiglie non si erano mai rivolte prima alla Caritas e di queste il 56% è nel capoluogo dove si registrano oltre un terzo di tutti gli interventi della provincia.
Tra chi ha chiesto aiuto, nel 31% dei casi si tratta di italiani.

“Per una importante parte del 2020, specie nei periodi di blocco e di contenimento stretto e con la chiusura di gran parte delle attività produttive e dei servizi, sono incrementati in modo ragguardevole i bisogni primari. Intere famiglie, specie quelle con redditi da lavori precari o da lavoro autonomo hanno visto ridurre o, talvolta, annullare le risorse disponibili e sono entrate in sofferenza. La rete Caritas ha rilevato un incremento complessivo della richiesta di accesso ai bisogni alimentari, con picchi significativi nei periodi da marzo a maggio 2020 e nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, in occasione delle ondate di diffusione del virus. Pur in un generale calo dell’utenza, dovuto in gran parte alle chiusure e alle misure di contenimento del contagio, l’incremento complessivo del ricorso ai servizi alimentari è stato del 16% rispetto al 2019. Nel corso del 2021 i bisogni alimentari si sono attenuati verso livelli analoghi a quelli precedenti alla pandemia” si legge in una nota.

Importante l’incremento registrato delle condizioni di sovraindebitamento delle famiglie, specie quelle già rese vulnerabili dalla precedente crisi economica globale (innescatasi dal 2008 con la crisi dei mercati finanziari), in coloro che per la prima volta nel corso dell’anno hanno chiesto aiuto. Tali situazioni, benché in crescita anche nel triennio 2017 – 2019 (con incrementi moderati), nel passaggio dal 2019 al 2020 sono balzati dal 40 al 50% tra i nuovi contatti: ormai un nucleo su due tra coloro che chiedono aiuto a Proximis è in condizione di grave sovraindebitamento economico. Risultano coinvolti in misura maggiore i nuclei italiani (due ogni tre), rispetto a quelli stranieri (uno ogni tre), ma l’incidenza di questi fenomeni è in crescita in entrambi i gruppi sociali.

“Ciò comporta forme di sofferenza acute e inedite per un gran numero di famiglie che a causa della riduzione del reddito si trovano impossibilitate a ottemperare impegni assunti in precedenza e a non riuscire a far fronte al ménage famigliare. Le giovani generazioni e gli anziani sono tra le principali vittime di questi percorsi di impoverimento” spiegano dalla Caritas dove sono state individuate quattro priorità d’azione e altrettanti  soggetti destinatari di particolare attenzione: comunità sempre più connesse ed integrate, le famiglie colpite dalla crisi, i giovani.

AZIONI DI INTERVENTO 

  • Curare

Il territorio ha saputo arricchirsi nel tempo di servizi e di una pluralità di attori e progetti che incidono su particolari settori di fragilità e di povertà. Va potenziata e irrobustita questa rete di risposte e i vari snodi e attori devono sapersi connettere gli uni agli altri al fine di offrire risposte sempre più ampie e capaci di generare nuove forme di attenzione e risposte alle nuove forme di fragilità sociale. Solo una comunità integrata e connessa che sa mettere a sistema le singole azioni che riesce a prendersi cura ed esprimere cura nei confronti delle sue componenti più deboli e fragili.

  • Sostenere

In un contesto di incertezza i primi a pagarne le conseguenze sono i bambini. Occorre potenziare azioni concrete che li sostengano nei percorsi scolastici, per prevenire livelli di deprivazione e di disparità formativa che possano essere la premessa per le future e dispersioni ed abbandoni. Occorre potenziare azioni che possano sostenere i più giovani in percorsi educativi e scolastici, supplendo alle eventuali carenze delle famiglie di origine: la povertà non può essere motivo sufficiente per sottrarre loro la possibilità di un futuro diverso. Vanno promosse azioni che consentano anche ai bambini stranieri, che magari non possono avere un valido aiuto nei loro studi nei loro genitori, un’adeguata assistenza nell’apprendimento della lingua, nel fronteggiamento degli impegni scolastici, nell’inserimento in un contesto sociale e comunitario che non li discriminino.

  • Accompagnare

La pandemia consegna una situazione ulteriormente infragilita. Molte famiglie, infatti, non erano ancora uscite dai postumi della precedente crisi economica innescatasi dal 2008, si sono viste ulteriormente gravare dalle conseguenze della crisi innescata dalla nuova situazione. Altre hanno perduto quell’equilibrio che a stento riuscivano a mantenere e si sono ritrovate in una situazione di difficoltà inedita senza repertori validi per fronteggiarla. Accompagnare queste famiglie è un prioritario fronte di sfida che richiede al sistema di protezione sociale del nostro territorio la capacità di far fronte assieme a questo compito rivedendo modalità, servizi e criteri affinché nessuno possa sentirsi abbandonato. In molti casi si tratta di rendere operativi anche strumenti legislativi già operanti, come nel caso dell’accesso alle procedure sull’esdebitazione previste a partire da quanto disposto dalla Legge 3/2012, alle misure di accompagnamento economico e finanziario inserite in un contesto di azioni integrate e coordinate nel territorio.

  • Promuovere

La nostra provincia non riesce ad offrire sufficienti garanzie ai ragazzi e alle ragazze per poter esprimere e sviluppare i loro progetti professionali e di vita. Molte giovani e molti giovani validi e con potenzialità abbandonano in territorio per stabilirsi laddove possono trovare migliori opportunità ed occasioni di realizzazione. Per contro, esiste una fascia di ragazze e di ragazzi che non dispongono di sufficienti skill formativi e lavorativi tali da renderli appetibili e protagonisti della vita economica e sociale del nostro territorio. Occorre investire con azioni positive che possano migliorare i livelli formativi e le opportunità lavorative.

 

Il Rapporto coglie i primi effetti tangibili di questa crisi globale ma esprime anche la consapevolezza che, superata l’emergenza, altri effetti a lungo termine si manifesteranno. La ripresa sarà un “ritorno” o una “ripartenza”? L’emergenza verrà superata con un ritorno alla condizione precedente, oppure coglieremo l’occasione per ripartire assieme cercando una strada di maggiore sostenibilità e di maggior contenimento dei divari? Questa, in fondo, è la sfida a cui le società sono chiamate nel futuro per il bene della convivenza umana e in questo i cristiani potranno, con sapienza, dare il loro contributo. La Chiesa mantovana con le volontarie e i volontari che operano donando tempo, competenza e passione, è lieta di rinnovare il proprio impegno nelle comunità e al fianco delle istituzioni.