Caso Oncologia, rinviati a giudizio tutti e cinque gli indagati

Ex funzionario della Procura a processo. L'accusa:

MANTOVA – Omicidio colposo, lesioni aggravate, circa l’ipotesi di procedure diagnostiche e terapeutiche inadeguate, falso in atto pubblico e violazione delle norme sulla privacy. Queste le accuse mosse a vario titolo a carico di Maurizio Cantore, primario del reparto di oncologia dell’ospedale Carlo Poma, del suo vice, Roberto Barbieri e delle oncologhe Carla Rabbi, Roberta Gaiardoni e Maria Donatella Zamagni. Questa mattina il giudice per le indagini preliminari Gilberto Casari ha disposto il rinvio a giudizio per tutti e cinque gli indagati. Nei loro confronti la procura aveva individuato precise (e ancora presunte) responsabilità relative alla morte o alle lesioni arrecate a tre pazienti, poi saliti in un secondo momento a quattro. All’incirca un anno fa gli inquirenti avevano infatti, proposto la chiusura di 28 delle 31 cartelle cliniche esaminate, quando allo stesso tempo erano stati notificati ai cinque indagati gli avvisi di chiusura delle indagini per l’ipotesi di omicidio colposo. Le cartelle prese in esame erano state oltre un centinaio e riferite ad un periodo di tre anni, dal febbraio 2014 al febbraio 2017. Le indagini avevano preso il via dalle segnalazioni di due medici che contestavano ai colleghi il mancato utilizzo di farmaci mirati e di ultima generazione al posto di terapie regionali. Il sospetto era quello che potessero essere state scelte modalità meno efficaci ma con basso costo per l’azienda ospedaliera a fronte di un sostanzioso rimborso dalla Regione. Il processo, con rito ordinario prendarà inzio il prossimo 16 aprile. Per quanto riguarda invece un secondo filone d’indagine, e relativo al solo Cantore circa l’ipotesi accusatotoria di abuso d’ufficio e maltrattamenti perpetrati nei confronti di due medici di reparto, l’udienza preliminare è slittata al 17 dicembre.

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