Chiara Sortino a Torino con gli amministratori locali per dire “no alle discriminazioni”

MANTOVA -Nella giornata di ieri si è tenuta a Torino, al Teatro Carignano, l’Assemblea di sindache, sindaci, amministratrici e amministratori locali contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie.

L’evento organizzato dal Comune di Torino, intitolato “Le città per i diritti”, ha visto tra i vari intervento quello di molti sindaci delle città metropolitane ma anche di tanti ospiti del mondo del giornalismo, dello spettacolo e delle associazioni. L’incontro ha voluto indicare la necessità di agire e la direzione nella quale procedere, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine. Non spetta ai sindaci indicare specifiche proposte di legge, ma evidenziare l’urgenza di dare risposte ai Comuni e alle persone.

Per il Comune di Mantova ha partecipato l’assessora alle Politiche per la Famiglia e Pari Opportunità Chiara Sortino. L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali, ha evidenziato, dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. Sui sindaci in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e figlie delle coppie omogenitoriali sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. E’ una situazione, ha detto ancora, di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale e umana.

“E’ stata una esperienza molto bella – ha aggiunto – che alimenta la fiducia rispetto al fatto che l’interesse pubblico possa prevalere e che il nostro Paese possa finalmente colmare la distanza che, in tema di diritti civili, lo separa dai Paesi fondatori dell’Unione Europea. I diritti civili sono la porta per il riconoscimento dei diritti sociali ed è oggi urgente porre fine all’indefinitezza e alla mancata assunzione di responsabilità che mettono a repentaglio la vita quotidiana di tanti bambini, famiglie e persone”.

Le città italiane hanno deciso così di unirsi, per chiedere al Parlamento di modificare le norme che appaiono ormai superate dall’evoluzione della sensibilità sociale. I principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona devono guidare il legislatore verso alcuni passi che appaiono ormai non più rinviabili quali una norma che consenta il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali e il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni così come previsto per le coppie eterosessuali.