Chirurgia oncologica regolare e interventi non urgenti al massimo in 60 giorni. Al Poma 270 interventi al seno

Lombardia a rischio zona rossa da lunedì 8 marzo: preoccupa molto l'aumento dei ricoveri

MANTOVA – “Una situazione sotto controllo e costante, ma che speriamo inizi a migliorare“: la definisce così Raffaello Stradoni durante la diretta Facebook per fare il punto sugli ospedali mantovani. A preoccupare i dati dello scorso fine settimana con numerosi ingressi al Pronto Soccorso e i focolai nelle Rsa.

Accanto a lui tre specialisti per la diretta: Luigi Boccia, responsabile della chirurgia, Massimo Busani, responsabile della senologia e Paolo Parma, responsabile dell’urologia. Con loro si è parlato dell’attività chirurgica, che, sottolinea Stradoni “non si è mai fermata”.

“Abbiamo assegnato dei canali di priorità agli interventi – spiega Boccia – A per indicare i casi da operare in 30 giorni, B per quelli per i quali si può arrivare a 60 giorni. Diverso il caso dei pazienti oncologici, per i quali gli interventi sono fissati a 15-20 giorni“.

Le strutture alle quali ci si appoggia per operare sono Suzzara, Castiglione delle Stiviere e San Clemente, per gli interventi di bassa e media intensità, per tutti gli altri si opera al Poma.

Si operano pazienti non covid- con percorsi definiti “puliti” e una sala rianimazione dedicata, e pazienti covid con un percorso dedicato e una rianimazione dedicata.

Gli interventi vengono eseguiti sia su programmazione che nelle urgenze, un chirurgo è infatti reperibile in PS h24.

“Come chirurgia oncologica senologica – spiega Busani – abbiamo eseguito 270 interventi che, nonostante due ondate di pandemia, sono al di poco inferiori rispetto a quelli dello scorso anno.  Nei giorni scorsi, sono stati eseguiti anche i primi interventi in San Clemente. Anche in questo caso vengono stabilite delle priorità in base alla neoplasia“.

Stesso discorso anche per la sezione di urologia, dove si operano le neoplasie dei reni e della vescica, oltre a quelle della prostata. “Stessi tempi garantiti per le neoplasie in fasi avanzate – spiega Parma – per le patologie benigne invece come ad esempio la calcolosi i pazienti sono in stand by, anche se, in caso di emergenza, come di un calcolo che crei problemi al rene, si interviene con uno stent per permettere al paziente di essere poi operato in un momento di maggiore tranquillità”.

Anche per quello che riguarda l’urologia sta partendo una collaborazione con Suzzara, per andare ad operare là le patologie benigne.