MANTOVA – E’ uno dei ricordi indelebili nella memoria di tanti mantovani, è stato un simbolo del commercio mantovano ma non solo, perchè l’Upim di Piazza Cavallotti a Mantova per decenni è stato un punto di riferimento, un luogo per darsi appuntamento.
“Ci troviamo all’Upim” o “sotto l’Upim” era un modo di dire talmente usuale che ancora oggi, nonostante siano passati 22 anni dalla sua chiusura, in molti continuano a dirlo per far capire che ci si trova sotto i portici nella zona Carrefour-Antoniazzi.
L’Upim, entrato nei ricordi più cari di tanti mantovani, proprio in questi giorni avrebbe compiuto 66 anni. Aprì infatti il 13 novembre del 1958 in una Mantova che, come gran parte d’Italia, stava entrando nei magici anni del boom economico. Era il primo grande magazzino, una novità assoluta per Mantova, un grande negozio inizialmente a due piani dove si poteva trovare di tutto: dai vestiti agli articoli per la casa, dai giocattoli alla cancelleria per la scuola, dai profumi alla valigeria. Una pubblicità dei primi tempi di apertura recitava: “…esposizione visiva di 5 mila articoli”
E che dire poi di quella avvenieristica scala mobile che per i bambini sembrava quasi una giostra. Quante salite e discese mentre mamma e papà facevano acquisti, e quanto ci si divertiva a farla contromano tra i giusti imprechi di chi stava salendo, e si trovava tra le gambe dei piccoli ‘discoli’ che scendevano di corsa ridendo sornioni, stando attenti però a non essere visti dai genitori. Uno scappellotto se no non te lo toglieva nessuno.
All’Upim ci si fermava anche per prendere “la corrierina” o “al curierin” e, soprattutto nelle fredde giornate d’inverno, quando bisognava attendere un po’ alla fermata, era bellissimo entrare per riscaldarsi, curiosando tra i tanti articoli, anche se poi non si comprava nulla.
E l’Upim, è inutile negarlo, è stato anche uno dei luoghi più gettonati di quando si faceva ‘sgric’ a scuola, ma soprattutto è stato il punto per decenni da dove si partiva per le vasche in centro.
Tanti riti che continuarono fino al 13 dicembre 2002 quando l’Upim abbassò le serrande portandosi dietro ricordi, storie e aneddoti di generazioni di mantovani che oggi, ogni tanto, tornano a condividerli sui social. L’Upim torna ad essere così un luogo di incontro. E del resto certi luoghi non chiudono mai davvero: continuano a risuonare nelle abitudini, nei racconti e nei passi di chi, senza accorgersene, torna a cercare sotto i portici un frammento di quegli anni in cui bastava dire ‘ci troviamo all’Upim’ per sentirsi a casa.
Foto Biblioteca Baratta