Cisl, nell’ottobre del 2023 nel mantovano tiene l’occupazione, calano i neo assunti

MANTOVA – L’andamento del mercato del lavoro dell’ottobre 2023, sulla base del centro studi Cisl, presenta il segue trend: le proroghe sono aumentate del 20,4%  passando 1.537 nello stesso periodo del 2022 ai 1.851nel 2023; le assunzioni sono calate del 3,9% e dai 6.264 del 2022 ai 6.022 del 2023. Le cessazioni sono calate del 0,4% passando dalle 5.340 del 2022 ai 5.321 del 2023. Infine, le trasformazioni sono incrementate del 9,0% portandosi dai 597 del 2022 ai 651 nel 2023.

Il saldo delle assunzioni e cessazioni ad ottobre 2023 segna una crescita di 701 assunzioni; di segno differente se si raffronta il saldo 2023 con il 2022, il quale presenta una decrescita degli avviamenti al lavoro pari a meno 24,1%.

Il mercato del lavoro regionale riscontra un andamento non disgiunto da quello mantovano, ad eccezione per le cessazioni che a Mantova sono calate mentre a : le proroghe sono cresciute del 21,1% e sono passate dai 42.129 del 2022 ai 51.004 del 2023. Le cessazioni hanno riscontrato una crescita del 4,6% passando da 146.082 del 2022 ai 152.785 del 2023. Le assunzioni sono passate dalle 172.788 del 2022 ai 166.882 del 2023 per un calo del 3,4%. Le trasformazioni sono cresciute del 18,9% portandosi da 17.890 del 2022 a 21.273 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni ad ottobre segna una crescita di 14.097 assunzioni, mentre il saldo delle assunzioni e cessazioni del 2023 rapportato al 2022 presenta una flessione del 47,2%.

I settori nel mercato del lavoro mantovano presentano quanto segue: servizi e commercio hanno avuto un saldo negativo nelle assunzioni pari  meno 4,6% passando da 4.326 nel 2022 ai 4.126 del 2023. Le cessazioni sono praticamente immutate: 3.029 nel 2022 e 3.028 del 2023 con una tesso di crescita pari a zero. Il saldo fra assunzioni e cessazioni del 2023 presenta una aumento delle assunzioni pari a 1.098.

Le costruzioni, hanno visto un calo delle assunzioni pari al 2,5%, passando dalle 360 nel 2022 alle 351 del 2023; le cessazioni sono aumentate del 6,3% e nel 2023 sono state 288 rispetto alle 271 del 2022. Il saldo fra assunzioni e cessazioni del 2023 presenta un aumento degli avviamenti pari a +63 assunzioni.

L’industria ha riscontrato una calo delle assunzioni pari a 1,3%, passando dalle 1.114 del 2022 ai 1.100 del 2023. Le cessazioni sono aumentate dell’ 1,2% e sono passate da 1.018 del 2022 ai 1.030 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni del 2023 presenta un aumento delle assunzioni pari a +70.

Infine, il settore dell’agricoltura ha riscontato una diminuzione pari allo 4,5% passando da 462 nel 2022 al 441 assunti del 2023. Le cessazioni sono diminuite del 5,5%, passando dai 462 del 2022 ai 441 del 2023. Il saldo fra assunzioni e cessazioni dell’ottobre 2023 presenta una calo degli avviamenti pari a -522.

Le tipologie contrattuali presentano la seguente situazione: l’apprendistato riscontra un calo delle assunzioni pari a meno 7,2% passando dai 236 nel 2022 ai 219 nel 2023. Le cessazioni sono passate dalle 145 nel 2022 alle 137 del 2023 con una decrescita del 7,6% .

Le assunzioni con i contratti tempo indeterminato sono diminuite del 13,9% passando da 1.111 del 2022 ai 957 del 2023. Le cessazioni sono passate dai 1.151 del 2022 ai 1.216 nel 2023 con una crescita del 5,6%.

Complessivamente i contratti permanenti hanno registrato un deciso abbassamento delle assunzioni pari al 12,7% passando dai 1.347 del 2022 ai 1.176 del 2023; le cessazioni hanno subito una crescita pari al 4,2% passando dai 1.296 del 2022 ai 1.350 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni dell’ottobre 2023 segna una perdita di -174 assunti.

 I contratti flessibili presentano una decrescita delle assunzioni del 3,4% passando dalle 3.561 del 2022 alle 3.441 del 2023; le cessazioni sono aumentate del 14,6% passando dai 2.548 nel 2022 ai 2.921 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni dell’ottobre 2023 segna un + 520 avviamenti.

La dinamica nei specifici contratti flessibili è la seguente: le assunzioni con contratti di somministrazione sono passati dai 641 del 2022 ai 525 del 2023 con un calo del 18,1%; le cessazioni sono cresciute del 17,7% passando dai 503 del 2022 ai 592 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni segna -67 assunti.

Le assunzioni nella formula dei lavori a progetto sono bruscamente aumentate del 45,1% passando da 91 nel 2022 a 132 del 2023; le cessazioni sono aumentate del 20,0% passando dai 35 del 2022 ai 42 del 2023.

Per quanto riguarda le assunzioni con i contratti a tempo determinato, le assunzioni sono passate dai 4.185 del 2022 ai 4.189 nel 2023 con un leggerissimo aumento pari a 0,1%, mentre le cessazioni sono passate da 3.506 nel 2022 ai 3.337 del 2023 pari ad un calo del 4,8%. Il saldo delle assunzioni e cessazioni segna un incremento di +852 avviamenti.

“Nel corso dell’ottobre 2023 si riscontra una crescita complessiva dei rapporti di lavoro; questo è dovuto ad aumento delle trasformazioni ( da tempo determinato a tempo indeterminato) e delle proroghe (rinnovo dei contratti flessibili) rispetto ad un calo di nuove assunzioni. Inoltre, le cessazioni sono cresciute, seppur di poco, rispetto allo stesso periodo del 2022. La tipologia dei contratti maggiormente utilizzati sono quelli flessibili, nello specifico a tempo determinato e a progetto,  rispetto ai contratti a permanenti (apprendistato e a tempo indeterminato).

Le aree economiche che hanno visto un maggiormente il calo delle assunzioni sono stati: il settore dei servizi e del commercio, seguito dall’agricoltura e a seguire dalle costruzioni e dell’industria.

Per generare un’occupazione durevole con contratti stabili e favorire la crescita dell’occupazione femminile e giovanile occorre proseguire con la” messa a terra” dei progetti del PNRR sulle transazioni “gemelle” quali green e digitale, sul sistema sanitario e socio-sanitario e sulle politiche di inclusione.

Inoltre, il tema delle competenze sia scolastiche, universitarie che della formazione professionale sono temi sempre più essenziali rispetto ai cambiamenti dei processi economici ed occupazionali. Ed è bene che in questi ambiti si sviluppi un’intesa, promossa dalle istituzioni territoriali, che metta a sistema il mondo del lavoro con il mondo della scuola, dell’università, della formazione.

Infine, il territorio mantovano non deve vedere solo la concretizzata dell’indispensabili infrastruttura quale il raddoppio ferroviario Mi-Cr-Mn, con un tempistica data dal PNRR senza sforamenti, ma anche e soprattutto l’attuazione dell’autostrada Cremona-Mantova, che farebbe fare un salto nel sistema viabilistico del Sud della Lombardia (Provincia di Pavia, Lodi, Cremona, Mantova) perché permetterebbe sia il collegamento con il Brennero e quindi con il Nord Europa, ma anche con lo sbocco al mare Adriatico grazie al porto di Valdaro. E in questo caso Mantova diverrebbe uno snodo fondamentale. I collegamenti viabilistici sono l’asse portante dello sviluppo socio-economico di ogni territorio”.