Clima, Coldiretti Mantova: la siccità preoccupa il territorio, dai vivai ai prati stabili

MANTOVACon la siccità anomala che dalla primavera all’estate ha allungato la propria ombra sull’autunno, i rischi di aumentare il conto dei danni o delle mancate rese in campo è elevato. Anche in provincia di Mantova l’assenza di pioggia sta colpendo i cerealicoltori, alle prese con terreni induriti che impediscono di seminare. Ma a farne le spese sono anche i vivaisti del distretto produttivo di Canneto sull’Oglio e gli allevatori della zona dei prati stabili.

La siccità sta bloccando la vendita di piante dal cannetese. “Stiamo posticipando le cavature delle piante, perché anche chi può contare sull’irrigazione a goccia, creata appositamente per una bagnatura molto localizzata, non è in grado di procedere con zolle di 70-80 centimetri – spiega Giuseppe Goi, produttore di latifoglie e sempreverdi e vicepresidente del Distretto PlantaRegina -. Siamo così costretti a posticipare le spedizioni, con i destinatari nel Nord Europa che da oltre 20 giorni ci stanno sollecitando”.

Per non parlare dei rischi a più lungo termine. “Le piante stanno soffrendo molto questa situazione di siccità e non vorrei che fosse pregiudicato l’attecchimento nella stagione primaverile successiva. In verità lo temiamo, ma non lo sappiamo, perché siamo di fronte a una condizione inedita”. A correre il rischio è un comparto come quello del distretto florovivaistico nel suo complesso, il più importante a livello italiano insieme a quello di Pistoia, che sviluppa una produzione lorda vendibile di oltre 30 milioni di euro e occupa più di 1.500 addetti.

“Se non spediamo il materiale, per noi sono mancati redditi – insiste Goi -. E la chiusura dei consorzi di bonifica per legge regionale al 30 settembre andrebbe forse rivista, o quanto meno andrebbero concesse finestre per il prelievo delle acque, in quanto ci ritroviamo in una situazione di emergenza”.

Anche l’area dei prati stabili, coltivazioni ormai centenarie nei comuni di Goito, Marmirolo e limitrofi, in grado di caratterizzare un territorio e le sue produzioni agroalimentari, sta attraversando una fase di estrema criticità.

Ne parla Carlo Leali, allevatore di Goito con 170 bovini da carne allevati e 20 ettari coltivati prevalentemente a prati stabili e a frumento. “I prati stabili sono in sofferenza idrica e il timore è che non vengano intaccati i raccolti dell’anno prossimo – dichiara -. Sui terreni più ghiaiosi la situazione è ancora più critica e questa situazione rischia di compromettere i bilanci aziendali di molte stalle sul territorio”.

Anche per i cereali a paglia ci sono difficoltà. “Chi non ha preparato i terreni per tempo si ritrova in forte difficoltà con le semine e se una coltura parte male la stagione è in salita”, dice Leali, che condivide le preoccupazioni confidate da un collega francese. “Anche in Francia sono in allerta, perché di solito i bacini irrigui si riempiono con le piogge fra settembre e ottobre; a novembre, infatti, la regola vuole che se si abbassa la temperatura a 4-5 gradi si fa i conti con la nebbia, ma non piove – recita -. Però ormai con questo scostamento delle stagioni tutto può essere, non abbiamo più coordinate sicure”.

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