Coldiretti lancia l’allarme inflazione: +5,6% sulla frutta e +8,8% sulla verdura

MANTOVACrescono i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al 5,6% per la frutta fino all’8,8% per le verdure ma nei campi e nelle stalle è speculazione al ribasso con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori per molti prodotti, dalla carne al latte fino alla frutta. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione a novembre in occasione dell’Assemblea della Coldiretti “L’Italia riparte dagli eroi del cibo” con la relazione del presidente nazionale Ettore Prandini e la partecipazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola in diretta streaming su www.coldiretti.it.

 
Mentre si registra un’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari al consumo del +1,2% quelli pagati agli agricoltori e agli allevatori crollano. Casi emblematici sono quelli della frutta di stagione come le clementine che nelle campagne – precisa la Coldiretti – vengono pagati al ribasso ben al di sotto dei costi di produzione che sono in Calabria di almeno 35/40 centesimi al chilo. I prezzi attualmente corrisposti – sostiene la Coldiretti – non sono assolutamente remunerativi e si profila un crack senza precedenti per il settore nei territori tradizionali di coltivazione, dalla Calabria alla Sicilia fino in Puglia.
 
A pesare – spiega la Coldiretti – sono anche le chiusura o le aperture parziali di ristoranti, bar, agriturismi che, moltiplicando le offerte, ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori. Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – alimenta distorsioni e speculazioni che sono particolarmente a rischio nel periodo di Natale in cui si registra il picco della domanda alimentare da parte delle famiglie italiane e si preannuncia la possibilità di un nuovo lockdown per la ristorazione.
 
Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve responsabilità con un “patto etico di filiera” per garantire una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio. Un obiettivo che va sostenuto con un serio intervento normativo del parlamento contro le pratiche commerciali sleali ad integrazione della Direttiva UE 2019/633.
 
Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia – precisa la Coldiretti – vanno a remunerare il prodotto agricolo per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.
 
“Una ingiustizia profonda che va combattuta rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “per controllare e sanzionare comportamenti sleali serve individuare un organismo di controllo con competenze e mezzi adeguati, nell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentare (ICQRF) funzionale”.

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