Condannato per maltrattamenti verso i genitori, ma il 35enne torna libero

Bancarotta, Antonio Caranci patteggia tre anni

MANTOVA – Botte e vessazioni verso i genitori durate tre anni, processato il figlio 35enne dopo che a maggio, quando la madre per l’ennessima volta era andata all’ospedale con delle lesioni, era stato arrestato. L’uomo è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per maltrattamenti e lesioni aggravate dal vincolo di parentela con le vittime, ma di fatto è libero. Il gup ha infatti disposto la revoca della misura della custodia cautelare domiciliare nei confronti dell’imputato, il quale dopo un primo mese trascorso in carcere, è rimasto fino a ieri a casa della sorella. Questo vuol dire sta a significare che il 35enne che aveva grossi problemi di alcolismo per i quali attualmente sta seguendo un programma del Sert, deve effettivamente scontare poco più di un mese di reclusione chiedendo la messa in prova ai servizi sociali prima di rientrare nei due anni in cui scatta la sospensione della pena. Tutt’altra atmosfera quella che si respirava fino alla scorsa primavera in casa del 35enne, dove le aggressioni nei confronti dei genitori erano all’ordine del giorno, al punto che era scattato l’arresto per quello che alla fine era in tutto e per tutto un caso di codice rosso maturato come sempre tra le mura di casa.