MANTOVA – Giocare d’azzardo, di per sé, non è un comportamento patologico, ma può evolvere in patologia, quando diventa un comportamento reiterato in una persona vulnerabile. Il gioco d’azzardo patologico (GAP) è un disturbo psicologico che si manifesta con un persistente e incontrollabile bisogno di giocare ed è a tutti gli effetti classificato come una dipendenza. Il Gap compromette in modo spesso irrimediabile molti livelli dell’esistenza di ogni giocatore compulsivo: famiglia, lavoro, amicizie, ecc.
Per dare qualche numero nel 2020 in Italia si sono giocati 88 miliardi di euro, nel 2021 111 miliardi di euro e nel 2022 135 miliardi di euro, è un fenomeno in continua e preoccupante ascesa: sempre nel 2022 la giocata media stimata è di 2.286 di euro pro-capite.
Nel territorio mantovano i giocatori patologici sarebbero circa 8 mila. A dirlo è l’Ats Val Padana che, in coerenza con le indicazioni fornite dal Ministero della Salute e con il “Piano di Attività Regionale Lombardo per il Contrasto al Gioco d’Azzardo”, la scorsa estate ha approvato la quinta edizione del “Piano Locale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico” (Piano GAP) con l’obiettivo di garantire la prosecuzione dell’erogazione delle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alla comunità ed in modo particolare alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo (DGA) e alle loro famiglie.
È in questo contesto che si inserisce l’attività del Dipartimento Programmazione per l’Integrazione delle Prestazioni Sociosanitarie con quelle Sociali (PIPSS) che intende coinvolgere le Amministrazioni comunali delle province di Cremona e Mantova nel monitoraggio del fenomeno sul territorio. Per questo scopo è stato elaborato un questionario, inviato a tutti i 177 comuni (113 cremonesi e 64 mantovani), per monitorare aspetti amministrativi, normativi e sociali.
“Rafforzare politiche preventive del gioco d’azzardo nei nostri contesti territoriali significa discutere del tema, condividere i dati e le problematiche ad esso connesse, e consolidare azioni di contrasto alla sua diffusione – afferma Katja Avanzini, Direttore della Struttura Integrazione delle reti territoriali a sostegno dei programmi nazionali di Ats – Con questa azione ci rivolgiamo direttamente alle Amministrazioni Comunali. Si tratta di una chiamata collettiva rivolta ai sindaci affinché partecipino attivamente a questa attività preliminare, all’ideazione e implementazione di misure di contrasto al GAP. In particolare, l’attenzione è rivolta a tutte quelle iniziative messe in campo dalle amministrazioni, tra le quali: regolamenti, ordinanze di chiusure, presa in carico di soggetti con il coinvolgimento servizi socio-educativi territoriali e iniziative di sensibilizzazione dei cittadini. Altro aspetto di particolare rilievo che l’indagine di Ats intende fare emergere è il grado di conoscenza che le amministrazioni hanno su tutti i supporti tecnici e normativi disponibili per i Comuni nella loro azione di prevenzione e contrasto di un fenomeno del quale si conosce solo la porzione di sommerso mentre è estremamente faticoso fare emergere la reale portata”.
L’adesione dei Sindaci nel compilare il questionario che hanno ricevuto risulta fondamentale per riuscire ad acquisire una fotografia del fenomeno territoriale, fornendoci quindi un ritorno utile a programmare e definire linee di intervento ancora più mirate e focalizzate alle esigenze che emergeranno.