Corneliani, Dara (Lega): “Orezzi dice bugie, cercheremo la soluzione migliore per i lavoratori”

Dara, dal sostegno al territorio all'antimafia. Bilancio del deputato che dà la disponibilità al secondo mandato

MANTOVA – Non si ferma la polemica sulla Corneliani tra Lega e Cgil con il fuoco incrociato tra il deputato Andrea Dara e il sindacalista Michele Orezzi, in cui è intervenuto ieri anche il leader del Carroccio Matteo Salvini. Oggi è di nuovo Dara ad intervenire dichiarando: “Posso capire lo stato d’animo alterato del giovane responsabile CGIL, davanti al disastro del suo operato sulla vicenda “Corneliani”. Ma questo non giustifica le bugie e lo stravolgimento dei dati di fatto che presenta nella sue dichiarazioni pubbliche. Bugie, perché presenta la scansione temporale del mio impegno a favore della risoluzione del problema in termini ribaltati: il presentare un’interrogazione al Ministero competente, firmata insieme alla collega Baroni, per “accendere i fari” sulla crisi specifica e permettere il successivo agire concordato con tutte le parti, è prassi consolidata e condivisa tra politica e rappresentanze (chiedere ai segretari provinciali delle organizzazioni sindacali per conferma!) ed io l’ho presentata contestualmente al mettermi a disposizione delle parti aziendali, con pieno spirito di servizio. Non viceversa, non rincorrendo chissà quale visibilità. La risposta del giovane cigiellino fu allora al limite dell’insulto, “invitandomi” rudemente a levarmi dai piedi e a non “disturbare il manovratore”. Perché, evidentemente, la mia presenza guastava il gioco politico che qualcuno aveva in testa, come lo spettacolo propagandistico e pre elettorale del sindaco di Mantova a cui abbiamo assistito in quei giorni, ha dimostrato. Negazione della realtà, perchè i margini di una trattativa vera, all’apertura della crisi prima della pandemia, c’erano tutti, perché la proprietà ha iniettato nuova liquidità per sostenere la produzione e rispondere al mercato allora ancora reattivo. Bisognava lavorare per un accordo, non fare il muso duro e indire raffiche di scioperi che nulla hanno portato se non al blocco delle commesse in essere e il peggiorare dei conti economici e dei rapporti con il mercato. Voler imitare, in piccolo ovviamente, l’intransigenza stile Berlinguer/Bertinotti alla FIAT nel 1980, che determinò non a caso con una sconfitta sindacale, farà fare al giovane segretario bella figura nei circoli nostalgici ma non aiuterà certo i lavoratori dell’azienda. In ogni caso, avendo a cuore gli interessi dei lavoratori e dell’azienda e ben poco i destini di carriera di qualche giovane sindacalista, come ha ribadito anche Matteo Salvini, noi continueremo nel nostro impegno per trovare la soluzione migliore che salvaguardi i lavoratori e, insieme a loro, una grande storia d’impresa, lontani da inutili suggestioni ideologiche e vicini al mondo del lavoro e dell’impresa. Come nostra cultura e politica di sempre”.