Per quanto riguarda gli esuberi l’intesa raggiunta prevede una gestione di circa metà di questi su base volontaria da realizzarsi entro il gennaio 2024 aderendo a un piano di uscite incentivate entro il dicembre di quest’anno. Per l’altra metà si tratta di pensionamenti da attuarsi entro il 2025.
“Fino al 30 giugno entrerà in vigore un accordo collettivo aziendale per il riconoscimento di un incentivo all’esodo e comunque fino al trasferimento alla newco del complesso aziendale si procederà all’utilizzazione dell’attuale cassa integrazione ‘causale Covid 2019’ e di quella per crisi già in essere. L’intesa, inoltre, prevede l’impegno a mettere a disposizione dei lavoratori interessati tutte le risorse inerenti politiche attive del lavoro e politiche per la formazione e riqualificazione del personale e delle professionalità specifiche” spiegano le segreterie nazionali e territoriali di Mantova di Filctem Cgil, Femca Cils, Uiltec Uil e le Rsu aziendali.
Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che anche oggi ha presieduto il tavolo svoltosi però a distanza a differenza delle due precedenti occasioni, dopo aver ringraziato tutti ha assicurato la massima disponibilità, presenza e impegno anche in futuro “Si regge tutto su un atto di fede – ha detto Giorgetti – che tutti abbiamo compiuto scommettendo sul futuro di un’azienda, un marchio italiano che può vincere la sfida del mercato. Mi auguro che a questo punto non ci siano ulteriori ostacoli alla soluzione della crisi. Noi abbiamo sperimentato un nuovo strumento che prevede l’intervento doveroso dello Stato in alcune situazioni di crisi per quelle aziende che hanno un futuro ma che si trovano ad affrontare crisi legate a momenti difficili come quello che stiamo vivendo. È un modello che ci auguriamo di poter replicare in tutte quelle situazioni di crisi dove ci sia un investitore privato che accetti l’azionista di Stato come socio di minoranza ”. Il ministro ha infine fatto a tutti gli auguri di buon lavoro ricordando che “il Mise sarà comunque presente e vigilerà sull’andamento della vicenda aziendale dal momento che è diventato azionista”.
Sono stati individuati tre blocchi di uscite: 10 mensilità saranno riconosciute a chi decidere di uscire tra aprile e giugno, 8 mensilità per chi lo farà invece tra luglio e settembre e 6 mensilità tra ottobre e novembre. Alle mensilità pagate si aggiungeranno i due anni di Naspi.
A coloro che andranno in pensione entro il 2025 saranno invece riconosciute due mensilità e saranno attivati tutti i possibili ammortizzatori sociali.
Gli ammortizzatori sociali saranno da subito attivati anche per i 18 lavoratori dei tre negozi Corneliani di Milano, Firenze e Roma che non faranno parte della newco esattamente come non lo farà lo stabilimento in Slovacchia.
“L’accordo raggiunto oggi arriva al termine di una vertenza complessa e difficile, che ci ha visti impegnati sin dal primo giorno nell’offrire una speranza per il futuro di questa eccellenza, evitando di mettere fine all’esperienza di oltre 63 anni di un vero fiore all’occhiello del Made in Italy. Adesso vigileremo sull’operato del Fondo Investcorp e sulla corretta applicazione dell’accordo” sottolineano Filctem, Femca, Uiltec ed Rsu.
Nel pomeriggio, dopo la firma dell’accordo, si è tenuta un’assemblea in Corneliani durante la quale sindacati e Rsu hanno presentato ai lavoratori i termini dell’accordo.
Al termine dell’assemblea, Deborah Comoglio, della Femca Cisl e fino allo scorso settembre lavoratrice in Corneliani, stanca viste le maratone non stop di queste ultime giornate ma soddisfatta per il risultato raggiunto dichiara: “E’ un traguardo importante per il quale dobbiamo complimentarci con le lavoratrici, per la loro tenacia, per aver creduto sino alla fine in quel Noi siamo la Corneliani”.
“Certo sui 150 esuberi non possiamo essere d’accordo ma questa era l’unica possibilità per poter salvare l’azienda e ci siamo battuti così affinché tutti i lavoratori che usciranno o che andranno in pensione vengano accompagnati con tutti i possibili strumenti di sostegno”.
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