Corneliani, proclamato lo stato di agitazione: 4 giorni di sciopero. Oggi l’incontro Mise-azionisti

Il tribunale di Brescia respinge il ricorso della famiglia Corneliani. Soddisfazione dei sindacati

MANTOVA – La organizzazioni sindacali e le RSU della Corneliani proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale dipendente. Proclamato inoltre da Filctem Cgil, Femca Cisl, e Ulica Uil come si legge nel comunicato diffuso in mattinata “un pacchetto di 32 ore di sciopero di tutto il personale che utilizzeremo – all’occorrenza – nelle prossime giornate lavorative. La decisione di intraprendere le iniziative sopradescritte deriva dalla fase di stallo in cui versa la vertenza Corneliani. Nelle scorse settimane abbiamo richiesto all’azienda di inoltrare presso il Tribunale di Mantova entro lo scorso venerdì, un’istanza per richiedere il rinvio di 90 giorni per la scadenza del deposito del piano concordatario. Non avendo ancora ricevuto risposte esaurienti su questo punto e preoccupati da un ulteriore disimpegno da parte dell’attuale proprietà riguardo a nuovi investimenti (necessari a garantire una situazione di equilibrio per quel che riguarda la liquidità aziendale che rischia, già dalle prossime settimane, di tornare nuovamente in una situazione di criticità) torniamo alla mobilitazione generale delle maestranze Corneliani”.

“Come organizzazioni sindacali siamo ancora in attesa di una convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico da noi richiesta -con urgenza- lo scorso 20 novembre: riteniamo fondamentale l’apertura di un nuovo tavolo presso il MISE per sbloccare l’attuale stagnante situazione”.

Attesa per l’incontro di oggi pomeriggio, tra il Mise con la sottosegretaria Alessandra Todde, l’amministratore Giorgio Brandazza e gli azionisti (Corneliani e Investcorp): la tempistica della comunicazione da parte dei sindacati avrebbe lo scopo di mettere pressione perché nell’incontro odierno si superi la situazione di stallo, dando il via al promesso piano di rilancio, che dovrebbe concretizzarsi con il contributo del Mise (che entrerebbe con 10 milioni nel capitale) e quello auspicato degli azionisti. “Il tempo sta finendo – dice Michele Orezzi di Filctem Cgil – la situazione di stallo non è più sostenibile, è il momento delle decisioni”.