Corneliani, Rsu sul piede di guerra: si torna allo stato di agitazione

Il tribunale di Brescia respinge il ricorso della famiglia Corneliani. Soddisfazione dei sindacati

MANTOVA – “Nelle prossime giornate procederemo a far votare nelle assemblee dei lavoratori un pacchetto di ore di sciopero a sostegno delle nostre ragioni: una mobilitazione da programmare qualora non si sblocchino le assunzioni nella parte produttiva e qualora la convocazione del tavolo del Mise tardi nuovamente ad arrivare”, è  questo in sintesi il comunicato stampa diramato  dalle rappresentanze sindacali interne della Corneliani che danno 7 giorni al Mise per convocare un tavolo.
Due  sono le date prese in esame: il 27 giugno quando l’a.d. Giorgio Brandazza relazionerà ai soci (Invitalia al 49%) numeri e prospettive della nuova Corneliani, e nelle stesse ore l’assemblea delle Rsu con le altre sigle sindacali per decidere quali azioni intraprendere, proprio in relazione a quei numeri che il Ceo non ha dato ai lavoratori.  Molte sono le cose che hanno messo in agitazione i lavorato e una fra tutte: “ripetere per due volte che lo stabilimento di Mantova è “produttivamente saturo” è una tremenda bugia. Il nostro stabilimento è annaffiato da centinaia di ore di cassa integrazione tutte le settimane per precisa scelta dell’a.d. Brandazza di tenere in regime di sotto produzione gran parte della fabbrica a partire dell’incresciosa situazione che travolge i lavoratori del taglio. Il lavoro, quello che cresce con la ripresa del mercato, viene delocalizzato fuori dalle mura aziendali soprattutto nell’Est Europa perché gli unici obiettivi dell’a.d. sono la redditività, il risparmio, il profitto fine a se stesso. Così l’unico investimento industriale nuovo diretto è stato fatto nello stabilimento in Romania e, incredibilmente, è stata resuscitata la Slovacchia, stabilimento abbandonato dal perimetro aziendale nel concordato ma tenuta come fornitore terzo dove spedire lavoro che potrebbe essere fatto tutto tranquillamente su Mantova”, recitano le Rsu.