Coronavirus, i sindacati sul decreto del Governo: “Nulla a che vedere con l’emergenza, preferiti profitto ed economia”

MANTOVA – Una scelta che nulla ha a che vedere con l’emergenza, ma che privilegia il profitto e l’economia: così CGIL Mantova, CISL Asse del Po e UIL Cremona-Mantova, rispettivamente nelle persone di Daniele Soffiati, Dino Perboni e Paolo Soncini, commentano il decreto del Governo di domenica 22 marzo.

“A differenza di quanto annunciato sabato dal Governo alle parti sociali e al Paese, a causa delle forti pressioni esercitate a partire da Confindustria Nazionale, questo provvedimento sceglie il profitto e l’economia, inserendo tra le attività d’impresa da considerarsi essenziali una serie di attività di vario genere che di essenziale, strategico e necessario in questa emergenza non hanno nulla. Lo ripetiamo da settimane: così non si può andare avanti“, scrivono i sindacati. – Il valore della vita e della salute non ha prezzo e non può essere barattato con nessuna ragione economica. Riteniamo inaccettabile la contrapposizione fra vita, salute e profitto.

La Lombardia è particolarmente toccata da questa emergenza che ci mette al primo posto in Italia nel rapporto fra contagi e popolazione. Per questo serviva un azione più incisiva, anche diversificata fra i territori.

Lo stesso protocollo sottoscritto una settimana fa a difesa della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (recepito dal DPCM) non è stato ovunque applicato con rigore e puntualità; ancora oggi ci arrivano segnalazioni di mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, di assenza di prodotti igienizzanti e del mancato rispetto delle distanze di sicurezza. Per questo le nostre categorie, le nostre RSU/RLS stanno già agendo azienda per azienda per verificare il rispetto delle norme sulla salute e sicurezza delle persone, ma anche per fermare o ridurre le produzioni”.

Queste, dunque, le richieste unitarie dei sindacati: chiusura delle aziende che non svolgono attività indispensabili; e, per quelle che svolgono attività essenziali, garanzia della sicurezza dei lavoratori.

“Dove ciò non avverrà – annunciano Cgil, Cisl e Uil – attiveremo forme di mobilitazione e di sciopero, in linea con quanto stabilito dai Segretari nazionali generali e regionali”.

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