SUZZARA – Alla fine sciopero è stato. Dopo una intera giornata trascorsa tra voci smentite e confermate, i lavoratori dell’Iveco oggi hanno incrociato le braccia. E quello che stamattina doveva passare come un “allontanamento volontario” dal posto di lavoro per motivi legati alla sicurezza, questo pomeriggio ha ufficialmente preso la forma di sciopero.
Un certo clima di tensione e preoccupazione, all’interno dello stabilimento, si respirava già da qualche giorno, da quando le misure per combattere la diffusione del Coronavirus sono diventate più stringenti in tutta Italia. Palpabile la paura tra i lavoratori: c’è chi parla di poche mascherine arrivate e per di più sbagliate (qualcuno commenta sui social: “Le mascherine non erano disponibili in tutti i reparti e quelle disponibili portavano la dicitura ffp1, e non ffp3 o ffp2 idonee per il coronavirus come indicato dal Ministero della salute”), e mancato rispetto della distanza di un metro sul posto di lavoro. Ieri sera le RSA si sarebbero riunite con la direzione aziendale per raggiungere un accordo sulle misure da adottare per il contenimento del propagarsi del virus. Uno dei nodi da sciogliere sarebbero le pause collettive.
«Noi non volevamo proclamare lo sciopero oggi perchè non ci sembra legittimo ricorrere a questo strumento per tutelare i lavoratori da potenziali situazioni di pericolo, lo sciopero nasce con ben altre finalità: è l’azienda che dovrebbe proteggere i lavoratori, non loro stessi attraverso lo sciopero – commenta Marco Massari, Segretario generale della Fiom di Mantova. – Alla fine, però, oggi abbiamo dovuto prendere questa decisione, comprendendo anche le ore di questa mattina. Ufficialmente, quindi, la serrata è stata da questa mattina alle 9.30 fino a stasera».
Ma la notizia è anche un’altra, vale a dire la chiusura dello stabilimento domani, giovedì 12, e venerdì 13 marzo. La copertura retributiva di questo periodo di sospensione dell’attività lavorativa sarà assicurata attraverso (in ordine di priorità) ferie residue maturate e non retribuite, par (permessi annui retribuiti) residui e par del 2020.