Il pronunciamento della Corte dei Conti Ue sulla necessità di colmare le lacune del quadro giuridico dell’Unione in materia di etichettatura degli alimenti, segna un cambio di passo importante per garantire maggiore trasparenza ai consumatori. Ad affermarlo sono Coldiretti e Filiera Italia in merito alla sentenza dei giudici europei, con particolare riferimento all’etichettatura d’origine. Tematiche che saranno peraltro al centro dei lavori del Forum dell’agricoltura e dell’alimentazione promosso da Coldiretti giovedì 28 e venerdì 29 novembre a Villa Miani a Roma.
“Nella strategia “Dal produttore al consumatore” del 2020, la Commissione aveva annunciato – ricorda la Corte dei Conti – che avrebbe valutato una possibile estensione dell’indicazione obbligatoria dell’origine o della provenienza a determinati prodotti. A settembre 2024, la Commissione non aveva ancora pubblicato una proposta al riguardo. Sette Stati membri dell’Ue (Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lituania, Portogallo e Finlandia) hanno adottato sistemi nazionali obbligatori di etichettatura per determinati prodotti alimentari”. Ciò “determina disparità nell’accesso dei consumatori ad alcune informazioni relative agli alimenti nei diversi paesi dell’Ue”.
Proprio per garantire trasparenza a tutti i cittadini dell’Unione Coldiretti ha lanciato una legge di iniziativa popolare per introdurre l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. E’ possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home.
Giusto anche il richiamo della Corte dei Conti per una armonizzazione delle etichette ma è importante – rilevano Coldiretti e Filiera Italia – che in tale ottica non siano favoriti sistemi ingannevoli e fuorvianti come, ad esempio, il Nutriscore, l’etichettatura a semaforo che promuove prodotti ultra trasformati come le bevande gassate dietetiche, che non hanno nulla di naturale, e boccia alimenti da secoli presenti sulle tavole.