Covid, un anno fa a Codogno il primo caso. Da allora quasi 3 milioni di casi e 95mila morti

Sempre più richieste di cremazioni da fuori, il forno di Mantova aumenta l'attività. A Bergamo l'esercito porta le bare fuori città

Domani sarà l’anniversario della scoperta del primo caso di Covid riconosciuto in Italia, a Codogno (Lodi): era il 21 febbraio del 2020 quando l’anestesista dell’ospedale lodigiano Annalisa Malara, decise di non seguire i protocolli, scoprendo (tramite tampone analizzato all’ospedale Sacco di Milano) il primo contagio accertato della malattia, quello divenuto poi famoso, del “paziente-1”, il 38enne Mattia Maestri. Quell’uomo, un manager atletico e in piena salute, era ricoverato in gravi condizioni con una polmonite interstiziale, della quale nessuno sapeva spiegarsi l’origine. Codogno dunque era diventata la Wuhan d’Italia, venendo isolata in meno di tre giorni: sigillato il pronto soccorso, chiusi tutti gli esercizi commerciali. Sarà nel lodigiano la prima “zona rossa” d’Italia.

E’ l’inizio dell’epidemia: un bilancio che in un anno ha totalizzato in tutta Italia quasi 3 milioni di casi e più di 95mila morti. Di lì a qualche giorno verrà proclamato il primo lockdown lombardo (1° marzo), otto giorni dopo sarà chiuso il resto del Paese. Chiuse le imprese, le scuole, i negozi: gli ospedali arrivano al collasso. Sono rimaste impresse nella mente degli italiani le immagini, di qualche settimana più tardi, dei mezzi militari carichi di bare in partenza dall’ospedale di Bergamo. La bergamasca con la Val Seriana fu una delle prime zone ad essere colpite più duramente.

Il sindaco Passerini scopre la targa in onore degli operatori sanitari

“E’ come se fosse caduto un meteorite sulle nostre teste” – ha raccontato all’Ansa il sindaco di Codogno Francesco Passerini – “All’inizio speravo inconsciamente che tutto fosse circoscritto senza poter immaginare che da quel momento sarebbe cambiato tutto. Era una situazione strana, quasi incomprensibile, ma che aveva tutte le caratteristiche per pensare a qualcosa di grave, cosa che mi ha portato a chiudere subito la mia città per tutelare la nostra comunità. Adesso fortunatamente sappiamo di più sul virus e sappiamo che si può vincere e abbiamo anche un’arma in più che è il vaccino. Vogliamo vincerlo nella memoria di chi ha perso questa battaglia”.

Proprio il Comune di Codogno per domani ha organizzato la “Giornata dedicata alla Comunità Resiliente di Codogno e alle vittime del Covid-19”, una diretta streaming per non dimenticare. Quest’oggi invece il primo cittadino del comune lodigiano ha scoperto una targa in onore degli operatori sanitari (nel giorno a loro dedicato), veri e propri angeli nella guerra alla malattia.