Cristian è morto per un’infezione batterica contratta prima del viaggio a Barbados

Cristian è morto per un'infezione batterica contratta prima del viaggio a Barbados

MANTOVA – Dopo quattro mesi dall’autopsia viene fatta luce finalmente sulle cause della morte di Cristian Di Marco, l’artigiano 43enne di San Giorgio morto lo scorso 28 dicembre a Barbados dopo giorni di coma.
Cristian è morto per un’infezione batterica anche se è impossibile stabilire da quale batterio sia stata causata. In ogni caso un’infezione contratta verosimilmente in Italia, nei giorni quindi prima della sua partenza la vacanza, e che poi è andata peggiorando sull’isola caraibica. Cristian, ricorderanno i tanti che all’epoca avevano seguito da vicino la sua storia, aveva iniziato ad accusare segni di malessere già a Mantova.
L’esame autoptico pare abbia presentato delle difficoltà perchè, anche se il corpo era abbastanza conservato, l’indagine è stata eseguita solo l’11 gennaio, quattordici giorni dopo al decesso quindi. In ogni caso l’autopsia ha evidenziato molti focolai ascessuali parenchimatosi a livello polmonare ma anche ascessi renali. La causa della morte viene ricondotta quindi a un quadro di insufficienza multiorganica dovuta a shock settico con probabile eziologia batterica.
Viene esclusa invece l’infezione virale o fungina.
Cristian Di Marco ricordiamo, dopo giorni di malessere, si era sentito male il 23 dicembre scorso a Barbados mentre era in vacanza con la famiglia. Dopo le prime cure, era stato ricoverato in coma presso l’ospedale Queen Elizabeth di Bridgetown. Qui era poi stato raggiunto nei giorni successivi dai genitori e intanto a Mantova e in Italia era scattata una gara di solidarietà che in pochi giorni aveva consentito di raccogliere 85 mila euro e di permettere quindi alla famiglia di fare un bonifico di 125 mila euro all’Europ Assistance per il trasporto, coprendo con un fido bancario la cifra mancante.
La situazione era precipitata proprio mentre si stavano predisponendo i preparativi per trasportare Cristian sull’isola di Martinica dove un’equipe medica si era detta anche pronta per operarlo.
A distanza di quattro mesi e mezzo dalla morte, sono tante le domande della signora Graziella, la mamma di Cristian, rimaste senza risposta, ad iniziare dal perchè se suo figlio era trasportabile si siano persi tutti quei giorni prima di dare l’ok al trasferimento, limitandolo peraltro solo alla Martinica. “Perchè poi è stato stubato?” si chiede la mamma il cui dolore si mescola ancora alla rabbia per il comportamento del Ministero degli Esteri. “Ci avevano assicurato un interessamento immediato e il 24 di dicembre ci avevano assicurato che Di Maio ci avrebbe telefonato al più presto. Non l’abbiamo mai sentito” racconta Graziella che non può fare a meno di confrontare quello che è stato fatto per riportare in Italia Silvia Romano e quello che non è stato fatto per Cristian, e non risparmia nemmeno il console onorario Paola Baldi. “Lei è un’ italiana, pagata dagli italiani ma per mio figlio che era un italiano cosa ha fatto? Nei giorni prima della morte di Cristian traduceva ma poi di atti concreti non ne abbiamo visti, io e mio marito siamo stati abbandonati a noi stessi, non ci hanno nemmeno dato delle bottiglie d’acqua per bere. Ci è stato detto di bere l’acqua del rubinetto”.
Riguardo la gara di solidarietà che aveva portato alla raccolta di 85 mila euro, la mamma di Cristian spiega che deve ancora finire la rendicontazione perchè non sono ancora stati chiusi tanti pagamenti relativi a questa triste vicenda.