Cristian non ce l’ha fatta, ora famiglia e amici si battono per avere al più presto l’autopsia

L'ospedale Queen Elizabeth di Bridgetown

MANTOVA – E’ un calvario che sembra non avere fine quello che stanno vivendo i famigliari e gli amici di Cristian Di Marco. L’artigiano 43enne di San Giorgio ricoverato da lunedì scorso in coma in un ospedale delle Barbados, è morto ieri poco prima delle 20 (ora italiana) mentre stava per essere trasferito con un’aeroambulanza in un ospedale della Martinica dove avrebbe dovuto essere sottoposto a un intervento chirurgico prima del trasporto sanitario in Italia. Le sue condizioni pare siano peggiorate improvvisamente, e in maniera irrimediabile. Ora chi lo conosceva chiede a gran voce che venga effettuata al più presto l’autopsia per far luce sulla causa del decesso. 

Purtroppo il cuore di Cristian ha ceduto ieri proprio mentre in tanti, dai genitori alla moglie ai figli, alle tantissime persone che in questi giorni avevano fatto una donazione per consentire il trasporto sanitario, iniziavano a nutrire delle speranze sul fatto che l’artigiano potesse rientrare in Italia e qui ricevere le cure adeguate in un ospedale attrezzato.

La situazione pare essere precipitata proprio mentre si stavano predisponendo i preparativi per trasportare Cristian sull’isola di Martinica dove un’equipe medica era pronta per operarlo, a quanto pare per togliere del liquido che si era formato a livello celebrale e che poteva essere pericoloso in un lungo trasporto aereo dai Caraibi fino in Italia.
La decisione era stata presa dai genitori di Cristian, che da giorni erano al suo fianco, insieme ai medici dell’ospedale del Queen Elizabeth di Bridgetown, capitale dell’isola caraibica di Barbados dove il 43enne era ricoverato in coma da lunedì scorso.

Proprio a quell’ospedale, ora, famigliari e amici di Cristian fanno appello affinchè venga eseguita al più presto l’autopsia. Una richiesta alla quale, stando ad alcune voci diffuse sui social, pare che qualcuno si sia in qualche modo opposto, o stia per qualche ignoto motivo rallentando le procedure. Pare addirittura che l’ospedale si stia rifiutando di eseguire l’esame in quanto, paradossalmente, a Barbados non sarebbe consuetudine fare questo tipo di indagine medica. “Ma perchè?”, si chiedono i conoscenti, che pretendono a tutti i costi l’esame autoptico per capire veramente la causa della morte. Tanti i dubbi, che rendono ancora più tragica la situazione che sta vivendo la famiglia di Cristian. Nel frattempo, trapelano alcune indiscrezioni sul fatto che l’uomo avesse accusato dei sintomi di malessere anche prima della partenza. I medici di Barbados avrebbero parlato di una meningite o un cocktail di farmaci come possibile causa del coma. Ipotesi che sarebbero comunque rimaste molto vaghe e incerte anche da parte degli stessi sanitari. le prossime ore saranno cruciali per capire cosa fare: se insistere per ottenere l’autopsia a Barbados o in Martinica, oppure nell’ospedale di Fort de France, capoluogo della Martinica, o, ancora, attendere direttamente il trasferimento in Italia per eseguire l’esame al Poma.

Il 43enne, lo ricordiamo, si era sentito male mentre si trovava in vacanza alle Barbados con la moglie e i figli finendo in coma.
Secondo le informazioni arrivate da Barbados, la struttura ospedaliera del posto non sarebbe stata in grado di prestargli gli adeguati trattamenti. E c’era poi il problema dell’assicurazione sanitaria, che Cristian non aveva stipulato per il viaggio, e che non permetteva quindi di coprire le spese per il trasporto sanitario in Italia.
Da qui la sorprendente gara di solidarietà che era scattata il 26 dicembre e che in pochi giorni aveva consentito di raccogliere 85 mila euro e di permettere quindi alla famiglia di fare un bonifico di 125 mila euro all’Europ Assistance per il trasporto, coprendo con un fido bancario la cifra mancante.

Purtroppo tutto si è rivelato inutile. I genitori di Cristian, dalla preparazione di un viaggio della speranza, dovranno passare le prossime ore a preparare invece il rientro a Mantova della salma del loro figlio.