SUZZARA – In dieci anni, la popolazione dei sei comuni d’ambito del Suzzarese, e quindi Gonzaga, Moglia, Motteggiana, Pegognaga, San Benedetto Po e Suzzara, ha perso 1590 residenti. Il calo si è registrato in tutti i comuni fatta eccezione per Suzzara che segna un incremento di 415 residenti grazie probabilmente al suo tessuto industriale e alla maggior capacità attrattiva in termini di servizi.
Il calo più importante è quello registrato da San Benedetto Po dove, dal 2012 al 2021 tra il saldo dei nati e dei morti a cui si aggiiunge il numero di coloro che hanno lasciato il territorio, si registra una flessione di 914 abitanti, seguito da Moglia (-417) Pegognaga (-292), Gonzaga (-285) e Motteggiana (-97).
I numeri relativi alla demografia del territorio Suzzarese sono stati illustrati nei giorni scorsi in Consiglio Comunale a Suzzara durante la presentazione del bilancio di Socialis, azienda speciale dei sei comuni del destra Po sinistra Secchia. E sono numeri “che fanno riflettere” dichiara il sindaco di Suzzara Ivan Ongari che poi in un post commenta: ” il tema demografico non e’ una questione ma la questione. Riuscire a fermare l’emigrazione dei giovani, offrire piu’ servizi alla famiglia per la conciliazione vita lavoro, attrarre nuovi investimenti pubblici (vedi situazione infrastrutture nel nostro territorio) e privati. Meno persone significa meno capacita’ di spesa sul territorio (effetti per esempio sul commercio), meno possibilita’ di trovare personale per le aziende, meno gettito per manutentare il territorio e tenere un adeguato livello di servizi. Tutto cio’ genera tra l’altro un cortocircuito per cui risulta difficile poi cambiare rotta. Serve l’impegno di tutti”.
Molto demoralizzato per il record negativo del calo dei residenti il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna che punta ancora una volta il dito accusatore sulle difficoltà viabilistiche con il territorio che da dieci anni è difficilmente raggiungibile per via delle note traversie del ponte sul Po che, o è stato chiuso completamente, o è stato interdetto al traffico pesante.
“E’ sotto gli occhi di tutti questo fenomeno, abbiamo aziende che hanno lasciato San Benedetto per spostarsi al di là del ponte, abbiamo persone che lavorano a Mantova o nell’hinterland che hanno fatto lo stesso. Non sono concepibili i ritardi di questa vicenda che oggi vede un ulteriore momento di stop. Abbiamo bisogno di risposte concrete subito e che siano risposte che lascino intravvedere una speranza. Se qualcuno pensa che il ponte possa essere pronto tra dieci anni gli rispondo che a quell’epoca sarà inutile perchè questo territorio sarà già morto” sottolinea Lasagna.