MANTOVA – Due giorni fa l’IIstat ha evidenziato una serie di dati demografici negativi per l’Italia con il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia, un lieve aumento dei decessi e più cancellazioni anagrafiche per l’estero.
Mantova è però in controtendenza rispetto a questi dati. Il numero dei bambini nati nel capoluogo lo scorso anno è stato di 323 rispetto ai 307 del 2019, dal 2015 ad oggi i residenti sono aumentati di 900 unità, nonostante la minor immigrazione, portando 49.571 il numero complessivo dei residenti in città. Per trovare un dato analogo si deve risalire a 24 anni fa, al 1995. Aumentano anche le famiglie che nel 2019 sono 24.155, + 182 rispetto al 2018 e + 731 rispetto al 2015.
A riprendere i dati è il sindaco Mattia Palazzi che a tal proposito ricorda “le tante iniziative e i progetti realizzati dalla sua Amministrazione per far si che Mantova diventasse più accogliente, giusta e attrattiva” e dichiara: “questo è il senso del nostro lavoro, la città cresce se aumenta l’attenzione alla vita reale e quotidiana delle persone, dal lavoro alla qualità della vita per se è per i propri figli. I dati ci dicono che abbiamo finalmente cambiato verso alla città. Continueremo su questa strada, con ancora maggior forza.In ogni quartiere realizzeremo dopo scuola, e potenzieremo il trasporto pubblico, E il 5 settembre inauguriamo il primo Centro per le Famiglie della città”.
Anche Alberto Grandi, docente di storia economica all’Università di Parma e consigliere comunale di Comunità e territori ha commentato con un post i dati Istat. “Il bello della demografia è che risponde a un meccanismo semplice: gli esseri viventi si spostano naturalmente verso le aree con maggiori risorse e fuggono dalle aree più povere.
Puoi fare tutte le analisi che vuoi, contare le buche nelle strade, criticare ogni singola scelta di un’Amministrazione, ma alla fine questo è l’unico termometro in grado di misurare con precisione l’efficacia di un’azione politica”
