De Donno e Franchini: “A Mantova oggi pazienti Covid meno gravi grazie all’utilizzo del plasma in fase precoce”

MANTOVA – Il riconoscimento da parte dell’Europa della terapia del plasma iperimmune nei pazienti Covid arrivato la settimana scorsa ha rappresentato ovviamente motivo di grande soddisfazione per l’ospedale Carlo Poma, in particolare per il primario del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Massimo Franchini e per il primario della Struttura di Pneumologia Giuseppe De Donno, i primi che ci hanno creduto protagonisti la scorsa primavera della prima sperimentazione italiana tra il Poma e il Policlinico di Pavia

Intervista Massimo Franchini, primario del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ospedale Carlo Poma

A Mantova si continua a raccogliere il plasma e si continua a utilizzarlo. Oggi ci sono cento sacche per circa duecento trattamenti. Dal momento che nei pazienti convalescenti più passa il tempo dalla malattia più calano i titoli neutralizzanti oggi ci sono meno persone che possono donare il plasma, è importante dunque che chiunque sia stato positivo si rivolga all’Avis per vedere se ha le caratteristiche per poter donare. Intanto a Mantova è partita anche la sperimentazione “Tsunami”

Intervista a Giuseppe De Donno, Primario Struttura Complessa Pneumologia ospedale Carlo Poma

Ma qual’è oggi la situazione a Mantova? Parrebbe che chi si ammala non sia in condizioni così gravi come accadeva la scorsa primavera. E’ così?

Intervista a Giuseppe De Donno, Primario Struttura Complessa Pneumologia ospedale Carlo Poma

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