MANTOVA – Una proposta tecnica semplice, ma finora inascoltata, potrebbe rappresentare una svolta per la salute del fiume Mincio: modificare il punto di scarico del depuratore di Peschiera del Garda. È questo il cuore della richiesta che il Tavolo del Mincio tornerà a rilanciare, anche attraverso una conferenza stampa, ribadendo così l’allarme sullo stato critico del corso d’acqua e sulle possibili azioni di mitigazione.
“Il depuratore, attivo dagli anni ’70, ha sversato costantemente i propri reflui nel fiume, in un contesto in cui anche il deflusso naturale del Mincio si è ridotto. Il risultato: un accumulo progressivo di nutrienti – soprattutto azoto e fosforo – che ha avviato un grave processo di eutrofizzazione. Le prime a soffrirne sono state le Valli del Mincio, zona umida riconosciuta a livello internazionale dalla Convenzione di Ramsar, seguite dai laghi di Mantova. Oggi la situazione è ben più grave che in passato. Già nel 2008 le associazioni locali denunciarono l’impatto del depuratore con la campagna “Garda pulito, Mincio vivo”, segnalando scarichi annui di 300 tonnellate di azoto e 35 di fosforo. Con l’aumento esponenziale del turismo sul lago, tali valori non sono calati, mentre la quantità di reflui trattati ha raggiunto i 40-50 milioni di metri cubi l’anno, secondo i dati del 2017″ spiegano dal Tavolo del Mincio.
“La soluzione proposta dal Tavolo consiste nello spostare il punto di scarico verso i canali irrigui del Virgilio e della Seriola, dove i nutrienti verrebbero diluiti in volumi d’acqua molto più consistenti, riducendo così il carico inquinante diretto sul Mincio e sui suoi delicati ecosistemi. Un’idea già sperimentata sul piano progettuale. Il piano, coordinato dal professor Carlo Collivignarelli dell’Università di Brescia e promosso anche dal gestore Depurazioni Benacensi Srl, fu giudicato tecnicamente fattibile, a basso costo e venne inserito nel Contratto di Fiume del Parco del Mincio come intervento prioritario. Eppure, nonostante l’appoggio di enti e istituzioni, non fu mai attuato” proseguono.
“È tempo di agire”, affermano le associazioni del Tavolo del Mincio. “Non servono grandi opere, ma il coraggio di applicare soluzioni semplici e già condivise. Il Mincio è al limite, e non possiamo più permetterci di rimandare”.