Distrutto il primo vigneto sperimentale TEA in Valpolicella. Cortesi: “Atto oscurantista, la scienza non si fermerà”

MANTOVA – «Questo ulteriore atto di vile oscurantismo nei confronti della scienza ci lascia
sgomenti e senza parole. Condanniamo fermamente quanto successo, e siamo
al fianco della comunità scientifica, convinti che il progresso, come sempre, avrà
la meglio».

Con queste parole il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi,
commenta i fatti avvenuti la notte tra il 12 e il 13 febbraio a San Floriano in
Valpolicella, nel Veronese, dove due giovani si sono introdotti illegalmente nel primo vigneto sperimentale impiantato con tecnologia TEA e hanno brutalmente sradicato
le viti gestite dall’Università di Verona.

Un gesto, questo, che emula tristemente quello del giugno 2024 a Mezzana
Bigli, in provincia di Pavia, quando a essere gravemente danneggiato fu il primo
impianto sperimentale di riso, coltivato sempre con le nuove tecniche di
evoluzione assistita:

«La ricerca genetica – prosegue Cortesi – è una via sicura e sostenibile per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, ridurre le fitopatie e diminuire l’utilizzo di fitofarmaci; per potenziare insomma la produttività dell’agricoltura tutelando l’ambiente e l’uomo. Proviamo rabbia e amarezza perché abbiamo a che fare con soggetti che ignorano totalmente cosa
significhi fare ricerca e che, cosa ancor più grave, non accettano nessun tipo di
confronto e non sono disposti ad aprirsi verso nuove tecnologie dettate
unicamente dalla scienza».

Il vigneto sperimentale della Valpolicella era stato piantumato lo scorso 30
settembre grazie al lavoro del gruppo di genetica agraria coordinato da Mario
Pezzotti e Sara Zenoni, del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università
di Verona.

«Di fronte a questo nuovo e gravissimo episodio – conclude Cortesi – invitiamo
il Ministero dell’Ambiente a valutare d’ora in poi se rendere pubbliche le
località dove queste sperimentazioni in campo vengono fatte partire. Una cosa
è certa, questi barbari non ci fermeranno mai».