DL Rilancio, Confesercenti: “Bozze deludenti. Un’attività su quattro rischia di non riaprire”

MANTOVA: “Bozze deludenti, pochi interventi per i nostri settori ancora troppa burocrazia. Se non correggono il tiro, un’attività su quattro rischia di non riaprire più”, queste le parole del direttore di Confesercenti Davide Cornacchia sulla bozza del DL.

“Il giudizio, in attesa di potere valutare il Decreto nella sua stesura definitiva, è negativo. Da un decreto di oltre 400 pagine e più di 250 articoli che doveva dare risposte chiare, semplici ed immediate ai settori che si sono dovuti fermare rappresenta lo specchio del paese ha vinto ancora la burocrazia, la complicazione. La categoria lo legge come una poca attenzione alle piccole e medie imprese ma nella nostra provincia fanno capo al terziario: commercio, turismo, servizi, trasporto, professioni oltre 18.300 imprese su un totale di 35.600. Non sono poca cosa sia per l’economia sia per l’occupazione”.

Passando poi ad alcune considerazioni di dettaglio: “Se l’intervento sull’Irap è positivo, facciamo presente che l’esenzione dal pagamento favorisce le imprese più strutturate e ha poche ricadute sulle attività di minori dimensioni e pure il fondo perduto rischia di essere irrisorio in quanto si riferisce al solo mese di aprile, quando le attività sono rimaste ferme per oltre 2 mesi. Tanti crediti di imposta, dimenticando che questa misura non aiuta chi non ha avuto la liquidità per pagare. E per affitti e affittanze di azienda le procedure sono complicate e i rimborsi decisamente insufficienti se poi consideriamo che la stragrande maggioranza è in affittanza d’azienda. E infine la beffa della mancata cancellazione acconti Irpef ed Ires a giugno”.

Negativo anche il commento del presidente Gianni Rebecchi che lamenta come sia stato “Dimenticato il turismo! Pochissime risorse e Tax Credit che non servirà praticamente a nulla. Abbiamo atteso a lungo per un testo che, purtroppo, si preannuncia deludente: il turismo che vale il 13% del PIL nazionale necessita di interventi specifici con un fondo dedicato all’emergenza, la stessa cassa integrazione, come prevista nella bozza di DL non consente alle imprese di poterne usufruire quando effettivamente necessario. Occorre lasciare la possibilità di modularne l’applicazione temporale in base alle effettive esigenze. L’auspicio è che il testo in arrivo sul tavolo del CDM corregga le troppe inconsistenze delle bozze circolanti. Se non correggiamo al più presto il tiro, per le piccole imprese potrebbe esserci un non ritorno: un’attività su quattro rischia di non riaprire più”.