MILANO – Si riunirà domani mattina il Consiglio dei Ministri che valuterà la proposta avanzata da Regione Lombardia ma anche dai sindaci del capoluogo, dai sindacati e da alcune organizzazioni di categoria di chiudere rigorosamente la Lombardia come era avvenuto per l’ex zona rossa di Codogno e Lodi. Con il fermo dunque di negozi, fabbriche e trasporti (sarebbero garantiti ovviamente i servizi essenziali tra cui alimentari e farmacie). Lo ha dichiarato il presidente della Regione Attilio Fontana. “Nella ex zona rossa di Codogno e Lodi si e’ fermato il numero dei contagi di Coronavirus. E’ l’unica zona del territorio lombardo dove si e’ assistito finalmente a un rallentamento della sua diffusione – ha detto il governatore Fontana- Da questo dato significativo, che dimostra l’efficacia delle misure di contenimento messe in atto in quei Comuni, hanno tratto origine gli incontri che abbiamo avuto oggi, con i sindaci dei capoluogo e con i rappresentanti del Governo e delle altre Regioni”.
“Lo stop del contagio in quella zona – ha spiegato Fontana- ha indotto i sindaci dei comuni capoluogo a chiedere alla Lombardia di farsi interprete presso il Governo per chiedere misure ancora piu’ stringenti, affinche’ lo stesso risultato possa replicarsi in tutto il territorio regionale. Una richiesta contenuta in una lettera, sottoscritta questo pomeriggio da tutti i primi cittadini e che ho illustrato ai rappresentanti del Governo nel corso della videoconferenza con tutti i colleghi presidenti di Regione”.
“Vedremo quali decisioni il Governo intende prendere, altrimenti faremo le nostre valutazioni. Quello che abbiamo voluto evidenziare – ha aggiunto – e’ la necessita’ di intervenire in maniera rigorosa perche’ il sistema sanitario inizia ad essere vicino a un momento di difficolta’ e non possiamo permetterci che cio’ accada. Mi auguro che tutti gli appelli che arrivano da diverse parti del mondo imprenditoriale, sindacale e politico lombardo possano essere valutati attentamente, perche’ la sensazione che ho potuto percepire tra i miei colleghi presidenti delle Regione, e forse anche tra qualcuno del Governo, e’ che ancora non sia ben chiara a tutti la situazione in cui sta vivendo la Lombardia”.