Don Antonio Bottoglia oggi compie cent’anni. Una vita spesa per il prossimo, protagonista della Chiesa più vera

Don Bottoglia compie cent'anni

MANTOVA Auguri don Antonio. E gli auguri sono davvero di quelli speciali perché oggi don Antonio Bottoglia, parroco emerito di Sant’Apollonia in città, compie cent’anni.
La prima cosa che ci dice rispondendo alla telefonata con cui gli facciamo gli auguri  di buon compleanno è che si sente bene, e “che va ancora in bicicletta”.  E a supportare il fatto che il secolo di vita è solo sulla carta d’identità ma lui sente ben più giovane c’è la giornata tipo di don Antonio che vede la sveglia alle 6 di mattina, poi la preghiera in Santa Caterina, quindi una visita alla sua amata scuola, il rientro a casa verso le 11 e poi il pranzo.
Ma al pomeriggio è di nuovo in movimento: si rimette in  attività verso le 15 e poi alle 17,30 c’è la messa, sempre in Santa Caterina.

 

Don Antonio, decano dei preti mantovani, è nato a Castel Goffredo l’8 aprile del 1920.  Come ha scritto don Alberto Bonandi in occasione dei 75 anni di sacerdozio di don Bonaglia “era il 19 giugno del 1943, in piena guerra mondiale: l’allora vescovo Menna ha ordinato presbitero don Antonio. Subito dopo fu mandato come vicario nella parrocchia di Castiglione delle Stiviere, ove lavorò per dieci anni con la gioventù. Nel 1953 il giovane vescovo Antonio Poma lo chiamò a reggere la parrocchia di S. Apollonia, che nei primi anni del dopoguerra comprendeva anche le attuali parrocchie di S. Maria del Gradaro e di S. Luigi in Te Brunetti: popolazione giovane, diffusamente povera, con molta voglia di migliorare la propria posizione sociale.
“Don Antonio mi aiuti a trovare un lavoro? “era la domanda che si sentiva fare più spesso. Era gente volenterosa, piena di voglia di fare ma purtroppo non aveva quasi mai una specializzazione e così don Antonio pensa di creare una scuola professionale che prende il via nel 1956 con il nome di Iniasa e che diventerà gli “Istituti Santa Paola”: corsi professionali per elettricisti, pasticcieri, cuochi, e poi restauratori, informatici e non solo.
Ma tra gli anni cinquanta e settanta il lavoro da fare in parrocchia è tanto anche su molti altri fronti: il catechismo, la messa domenicale del fanciullo, l’oratorio con campo di calcio, pallavolo, e cinema, che diventa un punto di riferimento per centinaia di bambini e ragazzi che frequentano anche le colonie al mare e in montagna. E poi l’Azione Cattolica, la “San Vincenzo”, gli scout e quella “Mantovana calcio” che dominava sui campi virgiliani e non solo.

Umiltà, generosità, servizio. Queste solo alcune delle parole che hanno sempre contraddistinto l’operato di don Antonio. Lui che ha sempre riposto la fiducia nel prossimo anche quando questa è stata mal ripagata: negli ultimi anni ricordiamo don Bottoglia è stato infatti vittima di furti e rapine.

Don Antonio lo scorso dicembre quando gli è stata conferita dal Comune di Mantova ‘Edicola di Virgilio per i suoi tanti meriti

Insomma un sacerdote don Antonio di quelli che fanno la Chiesa viva e vera, uno che ha speso i suoi giorni per il prossimo, aiutando chiunque ne avesse bisogno e confidando sempre nell’aiuto di Dio.
Auguri don Antonio!!!