MANTOVA – “Finalmente sulla stampa cominciano a emergere più dettagli sull‘inchiesta dei fanghi tossici, sparsi dalla ditta Brescia WTE. Tuttavia si continua a scaricare la colpa sul Governo, per cambiare la norma nazionale, quando esiste giù una norma che consente alle regioni di legiferare in materia di rifiuti”, lo sottolinea il deputato M5S Alberto Zolezzi.
Proprio il pentastellato porta l’esempio dell’Emilia Romagna, “che con la dgr del 2018 ha imposto di tracciare i gessi. Se anche la Lombardia avesse fatto lo stesso ora non ci troveremmo con questo disastro e senza sapere esattamente dove sono stati sparsi i gessi tossici. Inoltre, ogni ente locale può dotarsi di norme più restrittive rispetto a quelle sovraordinate: come nel Comune di Rodigo, dove dal 2012 i gessi sono tracciati. E dal 2017 altri 7 comuni della provincia di Mantova hanno seguito l’esempio. A breve si aggiungerà anche il Comune di Brembio nel lodigiano. Ricordo che Regione Lombardia, in conferenza stato regioni il 1° agosto 2018 dichiarò espressamente che i gessi non andavano tracciati. Nel 2019 il consigliere regionale M5S Simone Verni portò il tema della delibera emiliana nella risoluzione, ma ottenne solo un generico impegno mai attuato.”
Una norma nazionale aiuterebbe ma, sottolinea Zolezzi, “se Regione Lombardia, che gestisce i fanghi di un terzo degli italiani (500mila tonnellate di fanghi importate nel 2018 da fuori regione e trasformate al 95% in gessi), non porta il tema in conferenza stato regioni non fa altro che depotenziare le azioni in merito. Come gli emendamenti, a mia prima firma, presentati al Dl semplificazioni”.