Fase 2, il Poma pronto a riattivare in mezza giornata tutti i posti di terapia intensiva nel caso di ripresa dei contagi

Covid, riprende la pressione sul Pronto Soccorso del Poma. Stradoni:

MANTOVA – L’ospedale Carlo Poma ha avviato ormai da giorni la riorganizzazione, alla luce della diminuzione dei malati Covid, con la riduzione delle aree che erano state destinate alla cura dei pazienti con sintomatologia da coronavirus, e la creazione dei cosiddetti reparti protetti, ovvero reparti a cui si accederà, sia attraverso il Pronto Soccorso per le urgenze che con i ricoveri programmati, come se tutti si fosse potenzialmente positivi e quindi potenzialmente infetti.
Verranno effettuati i tamponi, e per questa fase e quella dell’attesa del responso, saranno individuate aree ad hoc, quindi una volta arrivata la risposta del tampone i pazienti saranno divisi tra chi è positivo e chi è negativo.
Rimarranno ovviamente delle strutture esclusivamente per la cura dei pazienti malati di coronavirus, quelli quindi che presentano i sintomi della malattia.
Ma l‘Asst Mantova rimane in ogni caso con l’attenzione ai massimi livelli su quella che sarà la situazione futura, in particolare con le prime riaperture della Fase 2 dal 4 di maggio. Se i contagi dovessero tornare a salire, cosa che si capirebbe nel giro di pochi giorni con la ripresa degli accessi al Pronto Soccorso, e con essi la probabilità di pazienti gravi, la direzione è in grado di riattivare tutti i 24 posti di terapia intensiva nel giro di mezza giornata. Lo stesso dicasi per i letti Covid.
La riorganizzazione è in piena attuazione dunque ma l’allerta resta alta, con tutte le strutture dell’Asst pronte ad affrontare un eventuale recrudescenza della malattia.
Intanto ieri a Viadana è partita la degenza di sorveglianza per pazienti Covid dimessi dagli ospedali che necessitano però ancora di assistenza sanitaria e che sono in attesa di certificazione virologica. I posti letto sono in tutto trenta.
Terminata la fase di emergenza Covid, il presidio sanitario di Viadana diventerà un ospedale di comunità, esattamente come quello di Bozzolo al momento diviso tra un’area riservata ai Covid e un’altra ai pazienti negativi.

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