Ferrovia Mantova–Peschiera, servono 340 milioni

La vecchia ferrovia Mantova-Peschiera

MANTOVA – Il recupero e la rifunzionalizzazione della storica ferrovia Mantova–Peschiera del Garda richiederanno un investimento stimato in 340 milioni di euro. È questa la cifra indicata nel Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) approvato dalla Provincia di Mantova, che rappresenta un passo decisivo nel percorso di rinascita della cosiddetta ‘Freccia dei Due Laghi’.
Il documento, elaborato dall’Area Pianificazione territoriale insieme a un team di professionisti esterni, contiene le prime analisi di fattibilità, il piano di sviluppo con le interazioni sul territorio e uno studio tecnico sulle possibili soluzioni progettuali e tecnologiche da adottare. Le stime preliminari prevedono anche un tempo di realizzazione di circa quattro anni per l’intervento complessivo.

Una delle storiche Littorine che percorrevano la ferrovia Mantova-Peschiera

Il costo di 340 milioni riguarda solo i lavori a base d’asta, mentre restano escluse le somme a disposizione dell’ente e gli oneri per la sicurezza. Al momento, l’opera non dispone ancora di copertura finanziaria, ma potrà essere realizzata in futuro tramite partenariato pubblico-privato o come opera pubblica.“La Provincia – si legge nel decreto di approvazione – ritiene l’opera di interesse strategico poiché ricostituisce un collegamento infrastrutturale per il trasporto pubblico di rilevanza interprovinciale e regionale, e consente di perseguire obiettivi di tutela storico-paesaggistica e valorizzazione turistica del territorio attraversato”.

Il progetto di rilancio della ferrovia

Il progetto affonda le radici nel Protocollo d’intesa siglato nell’aprile 2024 tra le Province di Mantova e Verona, il Parco del Mincio e i Comuni di Mantova, Porto Mantovano, Marmirolo, Roverbella, Valeggio sul Mincio, Monzambano e Peschiera del Garda.
L’obiettivo condiviso era quello di dare nuova vita alla storica linea ferroviaria, affrontandone il recupero in modo coerente, sostenibile e coordinato, e garantendo la proprietà pubblica delle aree e dei fabbricati del tracciato almeno fino al 30 giugno 2025. Nel frattempo, il Consiglio provinciale ha adottato una variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) per includere il tracciato storico e le relative salvaguardie della ferrovia tra Mantova e Peschiera del Garda. Parallelamente, è stato affidato lo sviluppo di uno studio tecnico specialistico sulle alternative tecnologiche e sulla tipologia di materiale rotabile da utilizzare.

Un progetto tra mobilità, storia e turismo

La futura linea, oltre a rappresentare una nuova connessione interprovinciale per il trasporto pubblico, mira anche a valorizzare il paesaggio e la vocazione turistica dei territori attraversati dal tracciato, che unisce idealmente il lago di Garda alla città dei Gonzaga.

La storia della ferrovia Mantova-Peschiera 

La ferrovia Mantova-Peschiera venne inaugurata 13 maggio del 1934 e rimase in esercizio per soli 33 anni prima della definiva chiusura a fine aprile del 1967. Costruita a più riprese tra il 1914 e il 1927, intervallata dallo scoppio della prima Guerra Mondiale e da un cambio di percorso rispetto al progetto originario. La linea, come spiega l’Associazione Veneta Treni Storici, ebbe da subito un buon successo a livello di traffico locale e a media percorrenza, grazie all’interscambio offerto alla stazione di Peschiera con la linea Milano–Venezia, tant’è che nel corso degli anni vennero istituiti un biglietto cumulativo per usufruire dei servizi di navigazione lacustre sul Garda, in coincidenza dalla stazione FMP di Peschiera “Darsena”, e di un servizio ferroviario diretto verso Brescia.
Tuttavia, come per molte linee “secondarie” e concesse, i primi problemi sorsero dopo la fine del secondo conflitto mondiale: la linea, distrutta dai bombardamenti anche a causa della presenza di raccordi gestiti dal Genio Militare, fu infatti riparata grossolanamente e negli anni successivi le gestioni che si susseguono non investirono mai in un potenziamento od ammodernamento degli impianti, rendendo di fatto la linea obsoleta dopo pochi anni dall’attivazione. Nonostante l’acquisto tardivo di nuovo materiale automotore ed il ripristino delle corse dirette su Brescia, le sorti della ferrovia sembravano ormai segnate, tant’è che il progetto di ammodernamento della linea presentato nel 1961 dall’ingegner Bonat non arrivò mai a fruizione anche perché la linea, due anni più tardi, passò in gestione all’Apam di Mantova, che decise di sospendere i servizi diretti treno + battello, amaro preludio della chiusura definitiva e sostituzione con servizi su gomma avvenuta per decreto ministeriale nell’aprile del 1967.