Finalmente una casa ad Acquanegra per Galina e Denis. De Pieri e Cavatorta: “Accoglienza non diventi scontro politico”

ACQUANEGRA – Finalmente una casa per Galina e Denis, mamma e bambino ucraini, che hanno trovato una sistemazione ad Acquanegra, grazie all’intervento del Comune, contattato dall’associazione “Boom Brescia”. In un primo momento mamma e bimbo di 2 anni, arrivati il 16 marzo dopo un lungo viaggio in auto, avevano trovato alloggio presso una famiglia di Viadana, che aveva però dato disponibilità (presso una piattaforma web) solo temporanea ad accoglierli. In seguito gli ospitanti, non potendo più farsi carico della situazione, avevano richiesto l’intervento del Comune viadanese, che a sua volta però non aveva disponibilità immediata per accogliere i due. La situazione si è risolta con l’intervento, dicevamo, di Boom Brescia: la presidente Marcella Deantoni ha interpellato il sindaco di Acquanegra Monica De Pieri, che ha trovato disponibilità di un alloggio comunale vicino alla locale casa di riposo, solitamente destinato ad anziani ma attualmente libero.

“Acquanegra collabora da tempo con Boom e con altre associazioni per l’accoglienza dei profughi – dice il sindaco Monica De Pieri -, e conoscendo la presidente Deantoni siamo riusciti a individuare questa sistemazione, che in origine era destinata ad una signora in arrivo dall’Ucraina con un figlio piccolo. Dei due però si sono purtroppo perse le tracce da tempo, ancor prima dell’arrivo. Siamo sempre disponibili all’accoglienza, ma bisogna anche tenere a mente che la burocrazia e le regole che determinano l’assegnazione degli alloggi pubblici non consentono sempre di poter ovviare alle emergenze. Sono molto arrabbiata perché questa vicenda è diventata un caso politico, per attaccare un altro amministratore: è sbagliatissimo, quando si tratta di accoglienza non ci devono essere interessi di parte. Noi abbiamo sempre collaborato senza guardare il colore dei comuni, dovrebbe essere così per tutti. Il sindaco Cavatorta ha agito nel rispetto delle regole. Inoltre va ricordato che se è vero che l’aiuto dei privati è bene accetto, bisogna anche entrare nell’ordine delle idee che non si possono accogliere i profughi per pochi giorni, per poi scaricare l’incombenza sulle istituzioni“.

Il sindaco di Viadana Nicola Cavatorta nel ringraziare sentitamente per la collaborazione la collega acquanegrese ricorda: “Sul territorio di Viadana sono accolti già 35 profughi, sistemati presso parenti e amici. Ma chi ospita deve essere consapevole che un minimo di responsabilità ce l’ha, non si possono lasciare gli enti ad occuparsi di tutte le situazioni di questo tipo: spesso mancano proprio le soluzioni. Come ben sapete, l’assegnazione degli alloggi viene fatta con bandi pubblici, inoltre sul territorio viadanese negli ultimi tempi ci sono state altre situazioni emergenziali: due incendi in due mesi in paese hanno lasciato senza casa diverse famiglie, per le quali ci siamo dovuti attivare. Coi servizi sociali dovremo trovare anche soluzioni per un paio di famiglie in odore di sfratto. Ringrazio ancora una volta il sindaco De Pieri e il Comune di Acquanegra che sono riusciti a darci una mano: questa deve essere la collaborazione tra comuni, oggi un altro ente ci aiuta, in futuro, potendo, saremo noi a venire in soccorso di altre realtà”. Il sindaco poi mette in chiaro come si è svolta la vicenda di Galina e Denis: non un rinvio alla compilazione di moduli burocratici, ma un avviso fatto “a monte” alla famiglia che ha accolto i due ucraini ben prima della richiesta di aiuto. “Circa un mese fa ero stato contattato ad un evento dai due cittadini viadanesi in questione – spiega – e li avevo avvertiti della prassi da seguire, come poi probabilmente avranno fatto. Spiace che la questione, molto delicata, sia diventata terreno di scontro politico“. Capitolo accoglienza scolastica: “La soluzione si trova sempre, nelle nostre scuole abbiamo avuto modo di inserire già alcuni bambini. Sul caso in questione indagherò nei prossimi giorni”.

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