MANTOVA –“In mancanza di risposte da parte del governo riteniamo che le mobilitazioni debbano avere una progressione. Sabato scorso in molte regioni si sono tenute le manifestazioni confederali in modo unitario contro la manovra Finanziaria del Governo (che ha convocato i Sindacati per stasera, ndr), ma le risposte ricevute sono largamente insufficienti e, in certi casi, contrarie a ciò che chiediamo. Riteniamo, quindi, si debba passare a un grado superiore e quindi allo sciopero. Già il 28 ottobre come Fiom avevamo messo un pacchetto di 8 ore e ora cominciamo a utilizzarle”. A dirlo il Segretario provinciale della Fiom Cgil Mantova, Marco Massari, prima dell’inizio dell’Attivo del Sindacato dei Metalmeccanici tenutosi in mattinata nella sala Isabella d’Este a Mantova in vista, appunto, dello sciopero del 10 dicembre dell’intero comparto metalmeccanico e della manifestazione programma a Bergamo, per quanto riguarda la Lombardia, perché altre manifestazioni sono state programmate, a livello regionale, in altre città.
“Dalla provincia di Mantova – continua Massari – la partecipazione alla manifestazione sarà elevata e ritengo che porteremo a Bergamo non meno di 200 persone. Per quanto riguarda l’adesione alle 8 ore di sciopero, prevedo sarà molto alta e mi stupirei se fosse inferiore al 70% dei lavoratori metalmeccanici della nostra provincia”.
Uno sciopero e una manifestazione che trovano le loro ragioni nel contrasto alla manovra Finanziaria del governo Draghi ritenuta inadeguata, come spiega Antonio Castagnoli, Segretario Generale della Fiom Lombardia presente stamattina all’Attivo insieme a Mauro Mantovanelli della Segreteria Cgil Mantova. Motivazioni e ragioni ricordate anche da Massari nel corso del suo intervento.
Vediamole brevemente. Innanzitutto si richiedono politiche industriali adeguate a risolvere le crisi in corso nel comparto (si ricordi Whirpool, ma anche Gianetti Ruote e Gkn solo per citarne alcune) e a gestire la transizione ambientale, digitale e tecnologica. Senza dimenticare una necessaria estensione degli ammortizzatori sociali, il contrasto alla precarietà, il rafforzamento della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro e l’estensione dei diritti nel sistema degli appalti. C’è poi la parte relativa al sistema fiscale con una richiesta di riduzione delle tasse a pensionati e lavoratori: “Gli 8 miliardi messi dalla Manovra per ridurre le tasse ai lavoratori e ai pensionati – ha detto Massari – potrebbero essere di più se ci fosse una lotta seria all’evasione fiscale. Ricordiamoci che l’88% del gettito fiscale è dato da lavoratori e pensionati. Per questo è necessario ridurre le tasse sui redditi più bassi“. Motivo della mobilitazione e dello sciopero sono anche la richiesta di una riforma del sistema pensionistico perché, sostiene Massari “siamo tornati, di fatto alla Legge Fornero”. La richiesta è una flessibilità di uscita dal lavoro dai 62 anni o a 41 anni di contributi, sena dimenticare la richiesta di una pensione di garanzia per i giovani e il riconoscimento dei lavori gravosi e usuranti.