Focolai Covid nei macelli, la Cgil: “Interventi immediati per garantire sicurezza e salute dei lavoratori”

MANTOVA – Dopo la notizia di un secondo possibile focolaio di Covid-19 in un macello di Viadana, che fa seguito a un focolaio sempre in un altro macello viadanese, Cgil Mantova chiede interventi immediati per garantire e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori di queste realtà. In particolare si chiede la sottoscrizione di un protocollo territoriale specifico per il rischio biologico da coronavirus e una campagna di tamponi fra i lavoratori dei macelli, realtà particolarmente colpite dal virus.

“I focolai e i casi di contagi da Covid 19 registrati nelle ultime settimane nel nostro territorio in luoghi di lavoro non sanitari – spiega Mauro Mantovanelli, responsabile sicurezza della Segreteria Cgil di Mantova – ci segnalano che l’emergenza è tutt’altro che finita. Per questo aumenta il rammarico di non aver sottoscritto un protocollo territoriale specifico per il rischio biologico da Coronavirus”. Mantovanelli aggiunge: “Aspettando i report degli enti preposti i luoghi di lavoro colpiti sembrano aver rispettato i protocolli nazionali che potevano essere integrati proprio sulle necessità e le caratteristiche del nostro territorio nei diversi settori con il protocollo Provinciale. Spero che le associazioni datoriali che si sono opposte senza nemmeno provare ad iniziare ad analizzare e discutere i testi ci ripensino e si possa riprendere la discussione”.

“Nel caso specifico dei macelli e degli impianti di lavorazione di carni – specifica Mantovanelli – l’attenzione deve essere doppia infatti durante la pandemia di Coronavirus questi settori sono stati focolai di contagio del Covid-19 sia negli Stati Uniti che in Europa. In Germania di recente sono stati accertati 657 casi positivi tra i lavoratori di un grande impianto nel Nordreno-Vesftalia”. Non bisogna sottovalutare alcuni aspetti specifici di questi luoghi che potrebbero aver favorito la diffusione del virus: “Le condizioni di lavoro in queste industrie – precisa Mantovanelli – e l’ambiente refrigerato permettono una maggiore sopravvivenza del virus”.

Secondo un rapporto pubblicato dal Food and Environment Reporting Network, già nella prima parte del mese di giugno in Europa si contavano 2670 casi confermati di Covid-19 tra i dipendenti di macelli e impianti di lavorazione carne. Oltre alla Germania, focolai si sono verificati in Irlanda, Francia, Olanda, Spagna, e qualcosa è accaduto anche in Italia. “Per questo – conclude il segretario – siamo molto preoccupati per quello sta avvenendo nel settore anche nel Mantovano. Bisogna intervenire subito”.

Sul tema interviene anche Marco Volta, segretario provinciale di Flai Cgil Mantova, che chiede a gran voce “una massiccia campagna di tamponi fra i lavoratori dei macelli e degli impianti di lavorazione di carni”. “In questi luoghi di lavoro – aggiunge Volta – le condizioni non sempre rendono semplice rispettare il distanziamento sociale e, inoltre, anche gli ambienti freschi in cui si lavora possono favorire la resistenza del virus. Per questo chiediamo, nel rispetto della salute dei lavoratori e della sicurezza nei luoghi di lavoro – che si proceda con uno screening specifico nei confronti delle persone che lavorano nei macelli al fine di verificare le condizioni di salute ed eventuali positività rispetto al Covid-19”.