I Paesi del G7 hanno deciso di introdurre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo, per tagliare le entrate di Mosca e limitare l’impatto della guerra sui prezzi dell’energia. Mosca ha dapprima reagito annunciando che non venderà petrolio a chi applica il ‘price cap’.
Poi in serata il colosso energetico russo Gazprom ha annunciato la sospensione delle attività di pompaggio di gas liquefatto presso lo stabilimento di Portovaya, a nord-ovest di San Pietroburgo, all’inizio del gasdotto Nordstream 1 che trasporta il gas sottomarino in Germania.
In una nota si legge che è stata rivelata una perdita di olio alla turbina nord della stazione di Portovaya e che quindi non può operare in sicurezza a causa del danno subito. Per questo, prosegue il testo senza indicare una data di riapertura, la stazione resterà chiusa fino a quando verranno effettuate le riparazioni necessarie.
In mattinata era stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ad avvertire come la piena ripresa delle attività di esportazione in Europa dal gasdotto Nord Stream 1 fosse a rischio, perché nella principale stazione era operativa solo una turbina. “C’è solo una turbina che funziona. Fate voi i calcoli”, ha affermato spiegando che non ci sono apparecchiature di riserva per poter sostituire quelle fuori servizio. In precedenza Peskov aveva indicato le sanzioni occidentali come causa di impedimento della manutenzione del gasdotto. ”Non è colpa di Gazprom”, ha aggiunto, ma ”è in pericolo il funzionamento” del gasdotto che alle 4 di domani mattina avrebbe dovuto riprendere l’esportazione di gas verso la Germania.
Dal canto suo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitry Medvedev – commentando l’appello lanciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a introdurre un tetto al prezzo del gas aveva avvertito che il gas russo “non ci sarà in Europa se l’Ue deciderà di introdurre un price cap”. “Sarà come con il petrolio. Semplicemente non ci sarà gas russo in Europa”, ha detto Medvedev.