MANTOVA – Tre colpi potenti. Prima le gelate notturne di fine marzo e inizio aprile che hanno “lessato” i boccioli in fioritura; poi la cascola abbondante dei frutticini, provocata dagli effetti del climate change: un combinato disposto di gelate e di siccità che non lascia scampo a una parte dei frutti appena nati. Terzo elemento, che si accanisce sulle pere superstiti, è la cimice asiatica, già ampiamente presente nei frutteti.
Secondo una prima stima di Coldiretti Mantova il calo della produzione di pere quest’anno potrebbe essere di almeno il 25% rispetto a una stagione normale. Nel 2019, ricorda il sindacato guidato da Paolo Carra, il raccolto toccò complessivamente i 100mila quintali, quasi il 50% in meno rispetto alla produzione standard.
“La stagione è partita nel peggiore dei modi – commenta Pier Paolo Morselli, frutticoltore, delegato di Coldiretti a Ostiglia e presidente di Corma, la più importante cooperativa mantovana per l’ortofrutta -. Attendiamo al più presto i lanci della vespa samurai per cercare di rallentare la diffusione della cimice asiatica. Per l’andamento climatico è evidente che un lancio ai primi di giugno appare tardivo rispetto all’urgenza di contrastare il fitofago”.