DESTRA PO – Gestione della rete di bonifica nel Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po fra irrigazione delle campagne e scolo delle acque piovane: un tema importante su cui ha cercato di fare chiarezza il presidente Simone Minelli.
Presidente Minelli, siamo in piena stagione autunnale, quindi si è chiusa la fase dell’irrigazione per aprire quella dello scolo dagli stessi canali, o sbaglio?
“Giusto, perché i canali sono ‘promiscui’, cioè, svolgono entrambe le funzioni; però il passaggio tra una fase e l’altra comprende una procedura di gestione della rete per tutelare l’ambiente e la fauna ittica che popola i canali di bonifica, la cui durata è determinata dall’andamento climatico in atto; quest’anno, circa 6 settimane, in cui è stato fatto uno svaso lento e programmato”.
Lei parla di tutela della fauna ittica, mentre sulla stampa si è letto che il Consorzio non fa nulla in merito alla moria del pesce…
“Questa affermazione è falsa, frutto dell’ignoranza. Sono anni che il Consorzio e l’associazione provinciale FIPSAS trattano il tema e concordano le azioni da intraprendere con un riconoscimento economico; proprio da quest’anno il consorzio ha attivato una analoga convenzione con la federazione provinciale di Reggio Emilia, perché crediamo che nessun’altro meglio degli appassionati possa gestire il problema della fauna ittica.
Quali sono gli accordi?
“Il consorzio deve segnalare per tempo il programma degli svasi affinché la federazione pianifichi il recupero della fauna ittica, con i propri volontari; la federazione ha l’obbligo del ripopolamento, se necessario, con specie autoctone; mentre ha la piena facoltà sulle modalità del recupero e risponde dei risultati”.
Perché si assiste alla moria di pesci nei vostri canali?
Fino a pochi anni fa, lo svaso a fine irrigazione veniva vissuto come una festa dai residenti, per catturare il pesce in difficoltà senza acqua e poi cibarsene; oggi si preferisce il pesce di mare…e quello nei canali della bonifica deve essere raccolto dai volontari altrimenti muore nei sifoni stradali, che sono di fatto delle trappole mortali, pericolosi anche per l’uomo; oggi i sifoni non si costruiscono più, ma rimangono tutti quelli dei canali irrigui del secolo scorso!.
Come pensate di risolvere la situazione?
Lo svaso della rete principale viene dilazionato nel tempo per consentire ai volontari di affrontare tutte le situazioni; le nuove infrastrutture che poco a poco sostituiranno quelle esistenti vengono progettate in maniera differente; in altri punti si sta pensando di recuperare acqua da falda per superare il periodo critico”.
Molti dicono di tenere acqua nei canali tutto l’anno…
Non ne capiamo il motivo! La necessità della sopravvivenza ittica ovunque non c’è perché la presenza del pesce nei canali è in costante aumento. Aggiungo che i canali principali hanno acqua tutto l’anno, drenata dalla falda; nelle nostre casse di espansione c’è molto pesce, nelle grandi botti altrettanto, ed anche in alcuni tratti di canale aventi tale scopo. Comunque -conclude il presidente Minelli- per limitare i danni da eventi come quelli visti in Romagna, i canali devono essere ben manutentati, attività difficile ed ostacolata in presenza di acqua: se dovesse succedere, tutti ci chiederebbero perché”.