MANTOVA – Giorno del Ricordo, questo il pensiero rivolto dal prefetto di Mantova Michele Formiglio alle vittime delle Foibe:
“Desidero affidare nuovamente alla Sua attenzione alcune riflessioni sulla ricorrenza del 10 febbraio, nell’impossibilità, purtroppo, di poterlo fare nella consueta cerimonia commemorativa.
Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, per ‘conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale’. In questi precisi termini si esprime la legge n.92 del 2004, istitutiva della ricorrenza.
Mentre, infatti, sul territorio italiano, la conclusione del conflitto cominciava ad affievolire gli effetti dell’occupazione nazifascista con il graduale ritorno alla libertà e alla democrazia, altri dolori e sofferenze attendevano quegli Italiani che vivevano nelle zone del Paese occupate dalle truppe jugoslave.
Dobbiamo rendere omaggio alla memoria di quei nostri connazionali, vittime innocenti di quello che è assurto a simbolo della storia con una raccapricciante parola: “foibe”. La parola “Foibe” esprime l’ignominia semantica di una tragedia che fece scomparire migliaia di persone, colpevoli solo di essere Italiani e di trovarsi nel momento e nel luogo sbagliato. Le “Foibe” rievocano la vergogna della negazione della dignità e della libertà dell’uomo, imprimendo nella memoria storie di massacri efferati.
Alle uccisioni ed alle violenze perpetrate in quel periodo, si aggiunse la tragica odissea dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati. Tutti coloro che riuscirono a scampare allo sterminio furono costretti all’esilio forzato dalla loro terra. Questa italianità di frontiera, spesso di difficile comprensione per la popolazione di altre province italiane, portò molti profughi a celare per tanto tempo la loro origine, lasciandosi vagamente definire “triestini”, anche per evitare scontri ed offese alla loro sensibilità.
Oggi vogliamo ricordare, perché non possiamo più permetterci di cancellare o dimenticare nulla. Né, tantomeno, possiamo prestarci ad operazioni di decontestualizzazione o revisionismo che offendono la dignità di quanti hanno vissuto quel dramma. Oggi, con il Giorno del Ricordo vogliamo celebrare il traguardo di una riconciliazione collettiva con una pagina tragica della storia del nostro Paese.
La commemorazione deve servire da stimolo e da esempio per le giovani generazioni che sono chiamate a valorizzare i frutti preziosi di così grandi sacrifici. Abbiamo, infatti, il dovere morale di trasmettere loro il significato autentico di questo ricordo, affinché siano in grado di aderire in modo sempre più convinto ai valori di pace e di progresso civile che traggono linfa vitale proprio dal rifiuto dell’aberrazione e della violenza.
Noi tutti, Italiani ed Europei, dobbiamo essere orgogliosi del grande patrimonio di valori etici e culturali che siamo stati in grado di trasformare in istituzioni democratiche e regole civili. Dobbiamo avere la forza di diffonderli in ogni contesto, accrescerli e renderli sempre più capaci di evolversi in armonia con gli sviluppi del contesto nazionale, europeo ed internazionale”
Michele Formiglio