MANTOVA – “La situazione nelle Case di Riposo è allarmante, i ricoverati sono in pieno isolamento perché i famigliari non possono entrare, ovviamente per non trasmettere con la loro eventuale presenza il Coronavirus, gli Operatori sono oltre il limite, i dispositivi per garantire la sicurezza sono in esaurimento e non sono previste consegne perché si privilegiano gli ospedali”. Questo il grido d’allarme dei sindacati mantovani, che con un comunicato unitario firmato dalle sigle Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che tramite i loro rappresentanti, rispettivamente Carlo Falavigna, Giusy Amadasi ed Emilio Benfatti lanciano l’allarme rosso.
“In aggiunta a ciò abbiamo notizie di operatori e di ricoverati che hanno contratto il Covid 19, non conosciamo i dati dei decessi, ma potremmo pensare ad una preoccupante ascesa, derivante dalla qualità e dalla fragilità degli anziani ospitati. Negli ultimi anni, infatti, le Rsa sono divenute dei mini ospedali in quanto le famiglie ritardano il più possibile il ricovero in struttura. Siamo altresì consapevoli che una parte di esse (in provincia di Mantova, complessivamente, sono una cinquantina) hanno le capacità di far fronte anche a situazioni emergenziali, ma ve ne sono altre che non esprimono le stesse potenzialità. Pertanto chiediamo con urgenza alle Istituzioni preposte: i dispositivi per la protezione degli operatori e l’introduzione di macchinari adeguati alla cura, senza di questi non è possibile accudire gli anziani ricoverati. Adeguamento delle professionalità, anche tramite una formazione accelerata con l’utilizzo delle nuove tecnologie, per far fronte ai saperi mancanti, ovviamente laddove vi fossero situazioni il cui modus operandi non abbisogna di tecnicalità precise). Inoltre è necessario rimettere in contatto i ricoverati con le loro famiglie, con una strumentazione virtuale. (Tablet o cellulari). Infine, vanno monitorati, con grande attenzione, gli stress che gravano sul personale e le ultime disposizioni in merito ai congedi parentali, operando le necessarie assunzioni, affinché non si compromettano le normali attività di tutela degli ospiti ricoverati nelle strutture”.