I sindacati lombardi a quelli nazionali e al Presidente Fontana:”chiudiamo, prima la salute”

Le risposte che mancano al vuoto di questi giorni

I segretari generali lombardi di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato due lettere una indirizzata al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontata, e l’altra ai sindacati nazionali per chiedere la sospensione delle attività lavorative non essenziali.

Questo il testo integrale della lettera inviata Al Presidente della Regione Lombardia Avv. Attilio Fontana

Caro Presidente,

Il DPCM emanato ieri dal Governo estende a tutta la nazione le misure che il DPCM di domenica 8 marzo aveva limitato alla Lombardia e a 14 province italiane.
Resta il fatto – e i numeri sono lì a dimostrarlo – che il moltiplicatore quotidiano dei contagi, dei ricoveri in ospedale, dei ricoveri in terapia intensiva e, purtroppo, dei decessi continua ad assegnare alla nostra regione un primato assoluto dell’emergenza sanitaria che non ha uguali, ad oggi, nel resto delle regioni italiane.
La situazione dei presidii sanitari, quale ci viene rappresentata anche dai lavoratori e lavoratrici della sanità nostri associati, è di fatto al collasso e agli stessi operatori sono richieste prestazioni orarie e carichi di lavoro già insostenibili.
Non vogliamo neanche pensare quale scenario si aprirebbe nelle prossime ore se la frequenza dei contagi e dei ricoveri dovesse proseguire con il trend degli ultimi giorni o, peggio, incrementarsi ulteriormente.
A noi pare di tutta evidenza che le misure sin qui messe in campo non sono, purtroppo, sufficienti; se milioni di persone continuano a doversi muovere nei nostri territori per andare a lavorare, se viaggiano a stretta vicinanza sui mezzi pubblici, se lavorano fianco a fianco nelle fabbriche, negli uffici, nelle aziende di servizi, ecc., le probabilità di contagio restano altissime.
Inoltre non si può tacere il crescente stato di confusione che stanno generando le differenti scelte organizzative e operative che le singole aziende e amministrazioni pubbliche stanno mettendo in campo, nella ricerca, per approssimazione, di far fronte alle tante, diverse e complesse situazioni che si presentano. Anche alla luce di questo appaiono davvero incomprensibili le resistenze e le difficoltà che alcune parti datoriali stanno opponendo alla possibilità di sottoscrivere il prima possibile l’accordo quadro sugli ammortizzatori sociali.
E’ con questa consapevolezza che chiediamo alla Regione una profonda ma urgente valutazione sulla necessità e l’urgenza di procedere al fermo di ogni attività economica, imprenditoriale, produttiva, di servizio che non sia giudicata essenziale e per la sua natura non sospendibile.

Siamo altrettanto consapevoli degli effetti negativi e pesanti che una decisione simile comporta sulla condizione economica della nostra regione, sia per le imprese che per i lavoratori, ma, rifacendoci al valori originanti del movimento sindacale confederale italiano, confermiamo anche in questa drammatica situazione il nostro convincimento che la salvezza della vita delle persone viene prima di ogni altra, pur giusta, considerazione e il nostro ossequio al dettato costituzionale che pone il diritto alla salute al primo posto dei diritti che la Repubblica tutela e salvaguarda.
In tal senso confermiamo quanto abbiamo già dichiarato ieri al Tavolo di Segreteria del Patto per lo sviluppo, vale a dire che CGIL CISL e UIL Lombardia faranno proprie e sosterranno le scelte e le decisioni che Regione Lombardia e il Governo dovessero assumere nella direzione da noi sopra richiamata, finalizzate a realizzare una condizione che, ancorché più drastica, assicuri maggiori margini di efficacia per invertire immediatamente e significativamente il trend di crescita esponenziale dell’epidemia a cui assistiamo ogni giorno nella nostra regione.

Un cordiale saluto Cgil Lombardia Cisl Lombardia Uil Milano Lombardia Il Segretario Generale Il Segretario Generale Il Segretario Generale Elena Lattuada Ugo Duci Danilo Margaritella

Questo invece il testo integrale della lettera ai sindacati nazionali

Ai Segretari Generali Maurizio Landini – Annamaria Furlan – Carmelo Barbagallo Caro Maurizio, cara Annamaria, caro Carmelo, vorremmo innanzitutto dirvi che non intendiamo scaricare su di voi la responsabilità della decisione, ma che l’insieme del gruppo dirigente deve assumere, con grande responsabilità, delle decisioni.

In Lombardia, come ognuno di noi ha già avuto modo di dirvi in questi giorni/ore, non reggiamo più con i provvedimenti adottati e soprattutto con le modalità operative con cui i provvedimenti si esplicano. Nella drammaticità della situazione dobbiamo avere il coraggio di dire PRIMA la salute pubblica e poi l’economia: applicare questo principio significa determinare, chiedere che si determino, non libere scelte d’impresa ma un coordinamento e un’azione di cosa serve in questo momento, quali sono i servizi indispensabili e con quali modalità questi servizi si svolgono, e cosa deve subire uno stop per un periodo. Messa in salvaguardia degli impianti ma non produzione, regolazione delle attività considerate essenziali modulandone le attività (ad esempio orari), tutto ciò utile a verificare se questo determinerà un rallentamento dell’espansione del virus. Non tiene un comportamento collettivo in cui la sera si sta in casa e durante il giorno si sta in luoghi promiscui per produrre. Non regge una situazione in cui ci sono alcuni che possono lavorare da casa e altri debbono lavorare in luoghi comuni –a volte e capita sempre più senza mensa e senza spogliatoi e docce- perché la produzione non si può fermare. Non regge l’assalto ai supermercati con i lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione costretti a lavorare spesso senza alcuna protezione e/o indicazione. Determinare questa grande fermata collettiva significa anche provare ad aiutare e sostenere il lavoro infinitamente prezioso del personale sanitario: non dobbiamo dire a voi qual è la situazione delle strutture ospedaliere, della condizione di tutto il personale sanitario ma continuare come ora significa che anche loro ad un certo punto –e siamo qui in Lombardia molto vicini al limite- non solo dovranno scegliere chi salvare, non solo tantissimi di loro saranno ammalati, ma non riusciranno a salvare più nessuno. Non sappiamo dire se gli ammortizzatori, che certamente sono indispensabili, saranno l’unica misura e saranno sufficienti: forse sarà necessario che ognuno faccia la sua parte, con equità e in modo generalizzato senza distinzioni anche tra coloro che noi rappresentiamo, ma è inderogabile, a nostro giudizio, che ci si fermi. Così come, per concludere, noi dobbiamo, inevitabilmente, produrre da subito un rallentamento delle nostre attività di tutela. Così come l’intera popolazione, anche noi siamo attraversati da paure, da comportamenti più o meno razionali, ma pur avendo continuato fino ad oggi a fornire servizi, tutele, ascolto, risposte ai bisogni dei cittadini, in un panorama in cui gli enti pubblici si sono ritirati (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, sportelli comunali e potremmo continuare), oggi non siamo più in grado. In molte strutture abbiamo sindacalisti e sindacaliste colpiti dal virus o messi in quarantena e questo, inevitabilmente, provoca la responsabilità in ognuno di noi, di come tutelare sia coloro che operano nelle nostre organizzazioni sia coloro che entrano nelle nostre sedi. Noi possiamo continuare a difender e tutelare coloro che rappresentiamo, anche di fronte allo stop che stiamo proponendo, ma con modalità diverse da quelle finora adottate. Nelle prossime ore proveremo a concordare e a farvi sapere come intendiamo far funzionare le nostre attività e vi terremo, ovviamente, aggiornati. Ci toccano scelte difficili, ma ancora una volta non abbiamo dubbi che il sindacato confederale, CGIL CISL UIL, sapranno fare la scelta giusta, insieme. Un cordiale saluto Cgil Lombardia Cisl Lombardia Uil Milano Lombardia Il Segretario Generale Il Segretario Generale Il Segretario Generale Elena Lattuada Ugo Duci Danilo Margaritella