Il maggiore Claudio Zanon si congeda dopo quarant’anni spesi nella lotta alla criminalità

MANTOVA – Ha risolto i casi di una quarantina di omicidi avvenuti nel Mantovano,  Tanti si, ma sono quelli che si sono consumati nella provincia virgiliana dal 2001, da quando Claudio Zanon, oggi maggiore dell’Arma dei carabinieri, ha assunto il comando del Nucleo Investigativo di via Chiassi. E del resto le capacità di Zanon come inquirente sono note non solo oltre i confini provinciali ma anche oltre quelli nazionali visto che, proprio per arrivare all’arresto degli autori di alcuni efferati crimini, ha collaborato attivamente con l’Interpol, l’organizzazione internazionale di polizia criminale.
Domani 29 luglio per Zanon, che è di origine trentina, sarà l’ultimo giorno di una lunga e brillante carriera iniziata da giovanissimo, circa quarant’anni fa, frequentando la Scuola Allievi Sottufficiali, il primo anno a Velletri (RM) e il secondo a Firenze.
Promosso vicebrigadiere, ha prestato servizio presso alcuni Reparti della territoriale e dal 1993 è stato assegnato alla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Mantova, dove ha avuto modo di collaborare e di farsi apprezzare dai molti magistrati.
Laureatosi in Scienze dell’Amministrazione a Siena, dopo aver frequentato un corso di perfezionamento nel 2018 presso la Scuola Ufficiali di Roma, è stato riconfermato al Comando del Nucleo investigativo con il grado di Sottotenente.
Dal marzo al dicembre del 2022 Zanon è stato comandante della Compagnia di Castiglione delle Stiviere, poi è rientrato quale comandante del Nucleo investigativo ma proprio in questo ruolo, di lì a poco, è stato impegnato ancora nella città aloisiana per l’omicidio di Yana Malaiko. Ed è questo l’ultimo omicidio in ordine cronologico risolto dal maggiore dei carabinieri che durante la sua carriera si è distinto per indagini su diversi fronti.

I mantovani ad esempio ricorderanno l’indagine Pesci, condotta con la Direzione Distrettuale di Brescia, che ha permesso di accertare l’esistenza di una cellula di ‘ndrangheta operante a Mantova e nell’hinterland con conseguente condanna (la prima condanna per associazione mafiosa nel distretto della Corte d’appello di Brescia) di coloro che ne sono risultati facenti parte, tra i quali il noto boss di Cutro Nicolino Grande Aracri.

Da non dimenticare anche l’indagine Sisma che ha portato alla luce l’esistenza di relazioni corruttive, al vaglio dell’ Autorità giudiziaria. giudicante, per l’assegnazione dei contributi pubblici in favore delle popolazioni colpite dal terremoto nel Basso mantovano.

E tornando indietro ai primi anni di servizio troviamo Zanon nel 1992 impegnato a Trento dove ha fatto parte del cosiddetto ‘minipool mani pulite’ che portò all’arresto dell’ex presidente di quella Provincia.

Proprio per i tanti importanti risultati raggiunti durante la sua attività, il maggiore Zanon, già insignito dal Ministero della difesa della medaglia d’oro per meriti di lungo comando, nel 2012 è stato nominato cavaliere dal Presidente della Repubblica Napolitano. Nel 2019 gli è stata poi conferita dal Presidente Mattarella l’onorificenza di Ufficiale all’Ordine del Merito della Repubblica.

Nonostante sia originario di Trento, Zanon di fatto è un mantovano d’adozione e proprio a Mantova e alla sua gente sono dedicate le sue parole alla vigilia del congedo. “Ho sempre cercato di assolvere al meglio il mio servizio sfruttando tutte le potenzialità di cui ho potuto via via disporre – ha dichiarato il maggiore –  e ciò non solo perché è stato un mio preciso dovere ma anche perché Mantova e i mantovani se lo meritano”