Il piano di Draghi per riaprire: prima vaccinare gli over 70 ma preoccupa il ritardo delle consegne. Scuola tutta in presenza tra gli obiettivi

Il piano di Draghi per riaprire: prima vaccinare gli over 70 ma preoccupa il ritardo delle consegne. Scuola tutta in presenza tra gli obiettivi

Il presidente del Consiglio Mario Draghi sembra approvare la via del rigore e della cautela del ministro della Salute Roberto Speranza, ma al tempo stessa comincia a pensare alle riaperture e a come uscire dall’emergenza.
Il premier sa che la diminuzione dei contagi non è sufficienti per riaprire: infatti, nonostante i dati della cabina di regia confermino che l’indice Rt sia in calo (0,98) e che i nuovi positivi siano in diminuzione, i decessi e il numero di pazienti Covid nelle terapie intensive continua ad essere molto alto. Per pensare alle riaperture, quindi, è fondamentale che la campagna vaccinale acceleri.  E Draghi sta infatti chiamando i Ceo delle grandi case farmaceutiche per accelerare le consegne dei vaccini.
ll piano del premier per riaprire tutto a fine aprile lo racconta oggi Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Ricordando che il premier vedrà Matteo Salvini nei prossimi giorni ma difenderà il ministro della Salute Roberto Speranza, convinto della bontà del suo operato.
“Mettere in sicurezza il Paese significa anzitutto porre al riparo dal Covid nelle prossime settimane l’intera popolazione italiana over 70. A quel punto, se i dati lo permetteranno, si studierà come programmare la ripresa, con l’obiettivo dichiarato di allargare le aperture scolastiche anche agli istituti superiori: Draghi vuole infatti consentire a tutti gli alunni di concludere l’anno tra i banchi e non davanti a un computer”.
Il problema però è che al momento il piano per la vaccinazione di massa annunciato dal generale Figliuolo non decolla e questo è il più grande ostacolo alle riaperture.
L’Italia, in una prima ipotesi, avrebbe dovuto raggiungere le 300mila dosi giornaliere entro la terza settimana di marzo. Poi Figliuolo ha spostato a metà aprile il traguardo ma  secondo gli esperti è difficile che anche per quella data si superi quota 240-270mila somministrazioni, la metà di quel mezzo milione di dosi auspicato che per ora rimane lontanissimo.
Il quotidiano Repubblica riporta che al ministero della Salute stanno studiando quando si potrà avere in Italia  l’ “effetto UK”, ovvero il sensibile calo dei decessi registrato in Gran Bretagna. E’ accaduto quando è stata effettuata la prima dose a 20 milioni di cittadini.
Secondo gli esperti in Italia un analogo traguardo lo si potrà avere con 18 milioni di prime dosi: ad oggi me mancano 11 milioni e mezzo, il che significa che il risultato si potrebbe raggiungere nella seconda metà di maggio.