Il vescovo Busca “Serve una fraternità artigiana, da costruire nel quotidiano”. In un anno aumentati del 45% i mantovani aiutati dalla chiesa

Il vescovo Busca

MANTOVA – Riportare la fraternità al centro della nostra società. E’ questo il messaggio lanciato ai mantovani dal vescovo Marco Busca nel tradizionale “discorso alla città” tenutosi oggi pomeriggio in Duomo, in occasione della ricorrenza del patrono della città e della diocesi Sant’Anselmo. 
Il vescovo riprende dunque quelli che sono i temi cardine al centro negli ultimi mesi anche delle riflessioni di Papa Francesco, prima con l’enciclica “Fratelli tutti” e poi con il messaggio lanciato lo scorso 4 febbraio durante la Prima Giornata Internazionale della fratellanza umana, con il quale ha sottolineato come la fraternità sia “la frontiera sulla quale dobbiamo costruire, è la sfida del nostro secolo, è la sfida dei nostri tempi”.
Ed ecco che monsignor Busca, proponendo una riflessione che parte dai drammatici giorni che stiamo vivendo, ripropone la sfida di un “artigianato della fraternità”, da costruirsi dunque nelle azioni del quotidiano. Azioni che sintetizza in cinque punti: promuovere la cultura dell’incontro, educare una sana mentalità della fraternità, prendersi cura delle fragilità, la “rivoluzione” di una economia della fraternità e una nuova concezione della leadership come figura paterna-materna della costruzione sociale.

Ecco i punti salienti del discorso del vescovo:

…la pandemia ci sta ricordando, la nostra fragilitàquesta “fratellanza nella fragilità” si sta rivelando molto più fragile e superficiale di quanto si potesse immaginare. La compattezza sociale e gli slogan di un anno fa stanno ora lasciando il posto a una dinamica di segno diverso…
vorrei indicarvi la possibilità di una visione molto più ampia… per poter trasformare l’impegno nella solidarietà in una condivisione più piena e stabile, fondata sulla fraternità. …che trasforma le occasioni di beneficenza in opportunità di legami che resistano non solo nel consolante auspicio che “andrà tutto bene”, ma ancor di più quando le cose vanno “tutt’altro che bene”. …La fraternità può diventare il nuovo paradigma con cui ripensare la politica, l’economia, la società, il rapporto tra le religioni e l’immediatezza delle nostre relazioni personali. Perché, «mentre la solidarietà è il principio di pianificazione sociale che permette ai diseguali di diventare eguali, la fraternità è quello che consente agli eguali di essere persone diverse» (Papa Francesco, Messaggio alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, n. 1, 24 aprile 2017).
..nelle prime pagine del libro della Genesi.. Caino e Abelel’essere figli degli stessi genitori non rappresenta, di per sé, una garanzia di fraternitàL’autentica fratellanza non è data da fattori biologici se prima non è accolta e riconosciuta con una decisione personale… ogni forma di violenza…, deriva da un medesimo errore: ritenere che vi sia “un solo posto disponibile” e che, per occuparlo, sia necessario eliminare l’altro.
la fraternità, in quanto tale, porta con sé il segno delle sue fatiche e le cicatrici dei suoi fallimenti. La globalizzazione – o forse meglio il “globalismo” – ha abbattuto barriere, ha connesso mondi, ha aperto spazi, ma ha anche abbattuto diritti, ha sfruttato fragilità e debolezze, ha acuito disuguaglianze. La difesa da questi effetti distorsivi ha generato reazioni non meno pericolose come il a) Il particolarismo, b) Il populismo c) Il fondamentalismo.

Gli illuministi ponevano alla base della comunità civile una sorta di contratto sociale…Quindi prima l’individuo con l’affermazione dei suoi diritti, poi la società. Papa Francesco nella sua enciclica recupera il motto della Rivoluzione francese “Liberté, égalité, fraternité”…La critica storica riconosce come tali ideali, fondati sul pensiero illuministico, abbiano incontrato un innegabile fallimento pratico. Cosa non ha funzionato? Il difetto non pare essere tanto nel contenuto…quanto nella radice che, fondata nell’astrattezza del pensiero di alcuni spiriti illuminati, non ha attecchito quando è stata trapiantata a forza nella concretezza del vissuto personale e comunitario degli uomini. …Non è sufficiente una condivisione teorica dell’ideale di libertà individuale se poi non si concilia con la responsabilità verso sé stessi e verso gli altri. …Mentre l’affermazione del principio di uguaglianza è ormai di fatto unanime, per contro, gli uomini, i popoli e le nazioni appaiono sempre più diversinello squilibrio delle risorse e delle possibilità.
Nella Bibbia troviamo un’altra storia famigliare…la storia di Giuseppe e dei suoi fratelli
. Il racconto di una fraternità apparentemente fallita…ma che approda a un esito di segno opposto e si apre ad una possibilità di ripartenza, di nuovo inizio…Una fraternità… “imparata sulla scorta dei propri errori”…
Alla luce dell’esperienza umana che emerge anche dal racconto biblico, ci sentiamo di ribaltare la concezione moderna secondo la quale l’individuo precede la società e che queste due realtà corrono su piani paralleli. Piuttosto è l’esperienza famigliare da porre non solo alla base della società, ma addirittura della definizione stessa del soggetto.

La comunità civile (umana, europea, nazionale, cittadina…) è chiamata a generare i suoi membri, ad essere per loro un po’ come un padre e una madre. …La funzione di una paternità comune per i membri di una comunità civile è ravvisabile nei principi di ordine, valore, tradizione, autorità che sono veicolati dalla storia, dalle istituzioni e dalla cultura di un popolo. La funzione di una maternità comune per i membri di una comunità civile è rappresentata dal mondo simbolico che ne costituisce il grembo accogliente: il territorio, i corsi d’acqua, l’ambiente, le case, le risorse umane, il tessuto relazionale e aggregativo.
La vera sfida è quella per una società e per uno Stato che sappiano generare i propri membri, che li facciano sentire figli e quindi fratelli e sorelle tra loro. Senza steccati e senza barriere…declinando…
la pluralità, perché l’unità di una comunità non può dimenticare né uniformare le differenze dei molti; la reciprocità per garantire il valore della giustizia ed il riconoscimento dei diritti e dei doveri di ciascuno; la medesima eredità per consentire un’appropriazione creativa e sana della storia comune e della casa comune.
Per affrontare le sfide necessarie a realizzare la fratellanza è fondamentale la scelta di un metodo che tenga conto insieme del dramma e del sogno della fraternità. Un sogno che non appartiene alla dimensione onirica, ma alla sfera del possibile un sogno…che definirei come “l’artigianato della fraternità”  Sogno e artigianalità, proiezione e azione, visione e realizzazione.
 La fraternità è “un’attività artigiana”, perché si gioca nel quotidiano… nel riconoscimento dell’altro incontrato nella vita feriale. È una dinamica di capillarità, prossimità, presenza sul territorio e buon vicinato. Lo ripeto, non esiste una fraternità in astratto, esistono uomini in carne ed ossa da trasformare in fratelli…è necessario entrare nei solchi del quotidiano…Generare fraternità è la missione costante affidata alle persone “ordinarie”, a quelle che non fanno notizia, che non emergono ed eccellono, ma vivono, lavorano e, soprattutto, amano.

…vorrei suggerire alcune piste concrete per una fratellanza e sorellanza “aperte”.

  1. Promuovere la cultura dell’incontro

…come stile fondante e abituale della nostra società. Quello di un popolo che «si appassiona nel volersi incontrare, nel cercare punti di contatto, gettare ponti e progettare qualcosa che coinvolga tutti» (FT 216).

  1. Educare una sana mentalità della fraternità

…La DAD ha avuto un impatto devastante sulle diseguaglianze educative. Bambini e adolescenti, con genitori spesso, ma non solo, di origine migratoria, sono lasciati soli, magari in condizioni abitative precarie, con le loro scarse risorse… Parecchi si aggiungeranno alle fila di chi abbandona la scuola e, gli adolescenti, dei Neet e probabilmente alle bande che sfogano il loro disagio e la loro rabbia nel bullismo e nella violenza.  …Allargando ancora di più la prospettiva, non solo al mondo scolastico ma alla società nel suo complesso, quello che si manifesta oggi è un deficit di pensiero critico, prodotto da quella che il papa definisce «un’informazione senza saggezza».

  1. Prendersi cura delle fragilità

Da mesi sentiamo ripetere lo slogan “nessuno sarà lasciato indietro” ma, dall’osservatorio privilegiato della Caritas diocesana, ci giunge l’allarme per l’urgenza di una situazione socio-economica “a rischio di esplodere”. Oggi, una famiglia mantovana con due figli, una casa in affitto e un solo reddito di fascia medio bassa, si trova a vivere sotto la soglia di povertà…. I numeri suonano impietosi: le persone seguite dalla Chiesa mantovana sono aumentate del 31% nel 2019 e di un ulteriore 45% nel 2020…Non può esistere fraternità laddove sono perpetuate le disuguaglianze. Il sogno di una società fraterna non decolla se non si parte dall’ascolto del grido dei poveri

  1. La “rivoluzione” di una economia della fraternità

È possibile immaginare una nuova economia “del dono” o “della comunione”, che ponga al centro la fraternità? …È nel comportamento di imprenditori e manager che dobbiamo sollecitare una visione nuova. È l’etica degli affari che deve diventare il motore del cambiamento: e il tema ha ormai da anni assunto piena dignità accademica come Business Ethics. È chiaro che questo futuro non potrà essere affrontato con le categorie di pensiero e gli assetti del recente passato. Diventa, quindi, fondamentale immaginare nuove relazioni trasversali fra sindacati, associazioni datoriali e istituzioni territoriali…

  1. Nuova concezione della leadership come figura paterna-materna della costruzione sociale

…Non possiamo rassegnarci alla “cultura dei muri” legata a pregiudizi di razza, provenienza geografica o fede religiosa. Non possiamo accettare supinamente una cultura mediatica volta alla creazione del nemico, attraverso fake news, diffamazioni e aggressioni verbali che mirano alla distruzione sistematica dell’altro… un compito che investe coloro che vengono riconosciuti come i leaders, a livello politico, economico, sociale e culturale.