MANTOVA – Importanti novità dal fronte europeo per le aziende agricole, mantovane ma non solo. La Commissione Europea infatti ha invitato le cinque principali organizzazioni di rappresentanza agricola (tra cui il Copa-Cogeca, di cui fa parte anche Confagricoltura) a presentare osservazioni di modifica all’attuale normativa Pac che, come da noi sottolineato sin dal primo momento, è estremamente penalizzante per il settore primario.
Ebbene, dopo attente consultazioni, sono emerse proposte che, se ratificate ufficialmente (il prossimo appuntamento con il Consiglio dei ministri dell’agricoltura è fissato per il prossimo 24-25 marzo), rappresenteranno una piccola “rivoluzione” rispetto a quanto prospettato ai produttori sin qui.
Bruxelles infatti sta valutando, in primo luogo, di eliminare totalmente l’obbligo di destinazione del 4% della superficie aziendale a terreno incolto, con il “set aside” che diverrebbe su base volontaria, e soprattutto pagato da parte dell’Europa. Importanti novità anche per quanto riguarda la rotazione colturale, che viene sì confermata, ma con la possibilità, in aggiunta, di poter attuare una diversificazione dei seminativi, come previsto dalla precedente riforma Pac. In ultimo, cambia anche la BCAA6, dedicata al riposo invernale dei terreni: sarà il singolo stato membro a decidere, in base al rigore del proprio inverno, il periodo di fermo minimo obbligatorio. Previste anche semplificazioni burocratiche per le aziende più piccole.
«Siamo di fronte a una piccola, grande rivoluzione – spiega il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – dovuta all’importante azione sindacale che la nostra Organizzazione, assieme ad altre in Europa, sta portando avanti da mesi. Contestiamo solo le tempistiche, dal momento che, se ratificate, queste misure entrerebbero in vigore retroattivamente dal 1° gennaio 2024, con le scelte agronomiche già fatte da parte dei nostri produttori. Sarebbe stato ideale anticiparle di qualche mese».
La Commissione Europea sta valutando inoltre la possibilità di introdurre restrizioni alle importazioni di prodotti agricoli dalla Federazione Russa, a partire dai cereali.