Iss, Brusaferro: “Variante inglese diventerà dominante”. Ministero della Salute, Rezza: “Agire tempestivamente”

In Italia lo scenario apparentemente stabile è in realtà in scivolamento verso un peggioramento. Attenzione alle varianti: quella inglese diventerà dominante. Ciò impone di continuare con la prudenza”. E’ il commento  dei dati della Cabina di regia sull’emergenza Coronavirus fatto da Silvio Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità.

“Lo scenario è in peggioramento – prosegue Brusaferro – per la terza settimana consecutiva abbiamo incremento dell’incidenza (a livello nazionale è pari a 135 casi ogni 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni) e dell’Rt (arrivato a quota 0,99). Ciò richiede misure di mitigazione e attenzione perché la circolazione di varianti, sia di quella inglese, che diventerà dominante, che di quella brasiliana, presente nel Centro Italia, e di quella sudafricana, di cui conosciamo pochi e piccoli cluster di importazione, impongono di continuare con la prudenza”.

Gli fa eco Gianni Rezza del Ministero della Salute. “Le nuove varianti hanno tendenza a una maggiore trasmissibilità, come quella inglese, che è presente in tutto il territorio nazionale con grande variabilità. La circolazione è alta soprattutto lungo la costa adriatica ma questo tipo di mutazione non riduce l’efficace del vaccino. In Umbria e in particolare nella provincia di Perugia c’è circolazione della variante brasiliana, così come in alcune aree contigue della Toscana. Bisogna agire tempestivamente in maniera aggressiva innalzando il livello delle misure laddove necessario“.

Nella settimana di monitoraggio dal’8 al 14 febbraio è risultata in crescita l’incidenza del Covid-19 a livello nazionale: 135,46 per 100.000 abitanti contro 133,13 per 100.000 abitanti nella settimana precedente. Una incidenza “lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”. Inoltre, nel periodo 27 gennaio – 9 febbraio, l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,99 (range 0,95–1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l’1. La scorsa settimana l’indice Rt nazionale, (calcolato sul periodo 1-7 febbraio) era dello 0,95, in crescita rispetto alla settimana precedente.

I valori dell’ Rt regione per regione con l’intervallo di confidenza minimo-massimo

Abruzzo 1,17 (1,11-1,23), –
Basilicata 1,03 (0,82-1,27),
Calabria 0,76 (0,67-0,86),
Campania 1,16 (1,07-1,25),
Emilia Romagna 1,06 (1,03-1,1),
Friuli Venezia Giulia 0,8 (0,76-0,84),
Lazio 0,95 (0,92-0,98),
Liguria 1,08 (1,02-1,13),
Lombardia 0,95 (0,93-0,96),
Marche 0,91 (0,81-1,01),
Molise 1,4 (1,03-1,83),
Piemonte 0,96 (0,92-1),
Bolzano 1,16 (1,12-1,2),
Trento 1,23 (1,16-1,3),
Puglia 1 (0,97-1,04),
Sardegna 0,77 (0,71-0,84),
Sicilia 0,73 (0,7-0,76),
Toscana 1,2 (1,15-1,25),
Umbria 1,17-1.22),
Val d’Aosta 0,92 (0,69-1,18)
Veneto 0,81 (0,78-0,85)

I colori delle regioni da domenica 21 febbraio

fascia rossa: Umbria, Provincia di Bolzano e alcuni comuni della Lombardia predisposte a livello regionale.

fascia arancione: Abruzzo, Liguria, Bolzano, Trento, Toscana, Umbria, Campania, Emilia Romagna e Molise

fascia gialla: Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle Aosta e Veneto.

La Valle d’Aosta perde per un soffio la zona bianca. Ora davanti ha la Sardegna.

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Il 5 marzo scade il Dpcm in vigore, il premier Mario Draghi sceglierà se firmare un nuovo Dpcm o invece optare per un decreto lasciando ai ministri e alla Protezione Civile il potere d’ordinanza. Visto l’andamento della curva epidemiologica, sembra difficile che si proceda ad aperture.