MANTOVA – Proprio a fine della scorsa settimana l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) con il parere favorevole di tutti gli Enti, è stata notificata a Pro-gest. Ora per vedere ripartire la produzione in quel monumento di ingegneria e architettura che è “la fabbrica sospesa” ci vorrà solo qualche mese. Sul quanti dipenderà innanzitutto dal tempo che servirà per completare gli impianti e su questo si sta lavorando alacremente.
A fare un quadro della situazione nello stabilimento di viale Poggio Reale è Francesco Zago, direttore generale di Pro-gest, il gruppo cartario leader italiano nel cartone e nella carta da imballaggio con 23 stabilimenti in sette regioni del Paese e 1300 dipendenti, che nella cartiera di Mantova ha già investito oltre 250 milioni di euro.
E’ terminata la Conferenza di Servizi con il rilascio prima della Via (Valutazione di Impatto Ambientale) e poi dell’Aia. A quando a questo punto la ripartenza della cartiera?
Bisogna completare gli impianti. Ciò, in parte, è legato al Comune, competente per il rilascio di alcuni titoli edilizi. Con il Comune stiamo infatti dialogando per procedere ad esempio per il completamento dell’impianto antincendio. Ma poi ci sono ancora parte dei fabbricati sequestrati dalla Procura. E’ appena arrivata l’Aia, le situazioni ritenute irregolari sono state tutte sanate e quindi attendiamo che ci siano adesso altri provvedimenti favorevoli. Abbiamo già appaltato diversi lavori a ditte mantovane pronte a iniziare ad operare non appena il tutto si sarà sbloccato. E ciò è collegato anche al proseguo dei lavori di sistemazione della stessa cartiera. Nel contempo, nel pieno rispetto dei provvedimenti delle Autorità, stiamo adeguando l’impianto anche alle prescrizioni indicate nella stessa Aia come quelle per ridurre il rumore per le quali installeremo dei sofisticati dispositivi che garantiranno in modo assoluto il rispetto dei limiti prescritti, ma anche quelle per attenuare gli odori. A tal proposito predisporremo, tra l’altro, un’impiantistica sul depuratore in grado di captare tutti gli odori. Se non ci saranno nuovi contrattempi, ragionevolmente potrei dire che tra fine luglio e agosto potremo partire con la produzione.
Confermate i 100 dipendenti di cui si era parlato quando era stato presentato il progetto della nuova cartiera?
Assolutamente si e dobbiamo fare infatti molte assunzioni dal momento che oggi abbiamo solo 46 dipendenti. Ci auguriamo che qualcuno possa ritornare anche perché è un lavoro per il quale serve una formazione specifica. Trovare più di 50 persone nel giro di poco non sarà facile, ma ci riusciremo.
Quando avete comprato la cartiera nel 2015 avevate lasciato intendere che Mantova sarebbe diventata il punto di riferimento del vostro gruppo. E’ ancora così?
Quello di Mantova sarà il nostro impianto produttivo più grande, uno stabilimento davvero all’avanguardia e l’idea quindi è ancora che qui possa esserci il quartier generale delle cartiere con uffici che operino anche per il resto del gruppo. Certo il lungo fermo ci ha costretto a fare nel frattempo delle scelte ma Mantova resta centrale e credo che se finalmente potremo iniziare ad operare tutti con uno spirito positivo il ruolo di Mantova potrà essere davvero valorizzato.
Cosa pensa di fare per far si che possa instaurarsi questo “spirito positivo”?
Molto è stato già fatto, ma faremo ancora tutto ciò che serve affinchè la comunità mantovana possa conoscere davvero il nostro progetto che è il più bello e innovativo di tutto il nostro gruppo, toccarlo con mano entrando in cartiera anche con l’organizzazione di “Porte aperte” e possa sempre essere informata di quanto accade all’interno, anche e soprattutto sul fronte ambientale. Il nostro è un progetto assolutamente innovativo e all’avanguardia, che consentirà un’economia circolare con ricadute positive per il territorio. Credo sia importante che i mantovani possano conoscere da vicino come avverrà tutto questo. Come previsto dalle prescrizioni, inoltre, avremo un collegamento diretto e continuo con il Parco del Mincio per quanto riguarda gli effetti delle emissioni sulle acque e con l’Arpa per quelli nell’aria. Il tutto sarà trasparente e costantemente monitorato. Inoltre voglio procedere con quella che è sempre stata una mia idea: installare davanti all’ingresso dello stabilimento in viale Poggio Reale un grande pannello visivo grazie al quale chiunque possa vedere in tempo reale quali sono gli impatti ambientali della cartiera, e questo vuol dire trasparenza.
E’ stato fatto qualche errore durante questi cinque anni che oggi non rifarebbe?
Io sono sempre stato convinto nella bontà del nostro progetto, anche con la presenza del termovalorizzatore, ma poi abbiamo capito le esigenze del territorio e abbiamo rivisto il progetto con ulteriori riduzioni emissive. Certo errori possono essercene stati. Come si dice però l’unico vero errore è quello da cui non si impara nulla e quindi guarderei avanti, a una nuova fase, in cui i mantovani possano tornare a vedere nella cartiera un emblema per la loro città come è stata per tanti anni. Partiamo nel momento più difficile degli ultimi settant’anni per il Paese e non nascondo che partire oggi non sarà ovviamente come se fossimo partiti anni fa, ma faremo davvero di tutto perché la cartiera, dopo questi mesi di buio, possa essere tra i protagonisti di quella stagione di rilancio del territorio per la quale tanti mantovani si sono già messi all’opera.